L’albero dell’incenso forse si estinguerà, ma non sui nostri balconi…

incenso_albero520

Sembra una beffa che questa notizia arrivi a ridosso del Natale da poco passato! Secondo alcuni ricercatori, l’albero da cui si estrae l’incenso potrebbe estinguersi nel breve. L’incenso si ottiene estraendo la resina oleosa tramite incisioni poco profonde sulla corteccia dalle piante di Boswellia (soprattutto Boswellia sacra e Boswellia papyrifera), alberi capaci di vivere in luoghi caratterizzati da una grande siccità, come Etiopia e Arabia. La resina, spesso venduta sotto forma di bastoncini o conetti, se bruciata, esala l’intensissimo aroma che tutti noi ben conosciamo. Esiste però anche una pianta perfetta per il balcone chiamata, appunto, “pianta dell’incenso“…

Viene immediato associare l’incenso alla chiesa e ai tre doni portati a Gesù dai Re Magi: oro, incenso e mirra. Nel giro dei prossimi 15 anni lo studio etiope-olandese della Società britannica di ecologia prevede un tracollo del numero di alberi di Boswellia e un pressoché definitivo annientamento di tutti gli insediamenti di Boswellia nel nord dell’Etiopia entro i prossimi 50 anni. Le cause? Oltre ad incendi e bestiame, questi alberi sono minacciati dall’azione di insetti (Neoplocaederus atlanticus, Derolus martini ssp. hayekae, Sphenoptera chalcichroa) tra cui coleotteri che, sul modello del famigerato mortale Punteruolo delle palme, depongono le uova ai piedi di piante adulte in modo che le larve, scavando lunghi tunnel, si insedino nel tronco nutrendosi del legno.

La pesante minaccia che grava sul destino dell’albero dell’incenso richiederebbe immediate azioni di tutela, la raccolta di semi e la coltivazione di numerose giovani piante in modo da scongiurare il pericolo di un’estinzione totale, con la conseguente scomparsa di una resina che tanto ha significato e tanto significa per la devozione e le tradizioni di tutto il mondo.

Parlando di incenso, mi viene subito in mente che sui nostri balconi spesso, senza magari saperlo, è facile coltivare quella che viene chiamata impropriamente “pianta dell’incenso”, il Plectranthus, che però non fa per niente parte della specie oggetto dello studio descritto. Anche le foglie del Plectranthus si distinguono per il pungente aroma simile all’incenso che emettono, soprattutto se strofinate, e la pianta, una vigorosa perenne ricadente, è molto decorativa (soprattutto nella versione variegata) e si può coltivare tranquillamente in una balconetta durante l’estate: non sopporta però il gelo dell’inverno, va quindi ritirata in ambiente protetto.