A Parigi impazza la moda della gallina nana da tenere in terrazzo. Una follia? Non proprio: a pensarci bene qualche vantaggio c’è: la gallina mangia più che volentieri una quantità di rifiuti di cucina (ben 200 chili di scarti alimentari all’anno!) tra bucce e avanzi di verdure e, beh, fa le uova… Unico dubbio, come convivono i francesi con i galli? Mah! Intanto però il mercato si è già accorto di questo nuovo trend post-campagnolo ed ecco andare a ruba, in Francia, il kit del mini-pollaio fai-da-te, minimo ingombro massimo rendimento. E sono salite del 50% le vendite di pulcini nei negozi specializzati…
A quanto pare la gallina, gettonatissima quella nana a cresta bianca, può diventare quasi un animale da compagnia entusiasmando i bambini di città e gareggiando, udite udite, ad armi (quasi) pari con i beniamini classici. In Rete si cercano accessori e attrezzatura ad hoc, mentre sempre più gente si sta convincendo che dopotutto anche in spazi ristretti si può riscoprire il contatto con la natura, magari reinterpretando in chiave eco-moderna l’antica tradizione agricola! Sempre dalla Francia, in arrivo anche la “Bibbia” per il principiante: “Et si j’elevais une poule (“E se allevassi una gallina?”) di Michel Audureau, per prepararsi a dovere sull’argomento.
Una moda? L’effetto crisi? La voglia di autoproduzione? Chissà, sta di fatto che i francesi adesso vogliono una gallina nana. Perfetta come integrazione per l’orto sul balcone: quello che scarta una, nutre l’altro! Parigi dunque, dopo essersi dotata di arnie di api per il miele, avrà anche galline sui balconi, che probabilmente a questo punto moriranno di vecchiaia, non certo in brodo. Ma sappiamo già cosa ci riserva il futuro, vero? Capottini, cappellini e chissà magari anche mutandine (dopottutto bisognerà educarle al viver civile, no?), direttamente da Parigi. Ovviamente per galline! Siete pronti alla svolta?? 😉