Tra le agenzie giornalistiche si susseguono notizie convulse: il ritorno della neve non sta che peggiorando i disagi nelle città, soprattutto quelle dove la coltre bianca non è propriamente “di casa”. Uno dei problemi più onerosi sono i danni causati dagli alberi: caricandosi di neve, si spaccano i rami più pesanti o crollano rovinosamente su auto e strade. La rabbia dei cittadini si scontra con enti e autorità preposte, che reagiscono mandando operai non specializzati a tagliare rami e chiome senza andar tanto per il sottile, in modo da scongiurarne la pericolosità. Per prevenire lamentele, anzi, si commissionano tagli prudenziali “per evitare rischi”, con motoseghe a pieno regime. Non solo. Gruppi di cittadini indignati formano squadre agguerrite che compiono spedizioni sotto casa tagliando tutti i vegetali che possono creare disagio. Ma quale sarà il risultato di tutto questo, quando la neve si scioglierà e il ghiaccio sparirà?
E’ presto detto, uno scempio. E qualcuno ha già cominciato a capirlo, prima di tutto i cittadini stessi: è notizia di ieri che a Bologna alcune persone hanno impedito con la forza agli operai del comune di procedere agli ennesimi tagli “precauzionali”. Il comune ribatte: “Il pino domestico trattiene un’alta quantità di neve il cui peso si scarica su ramificazioni e tronco. La sollecitazione può provocare improvvisi tracolli di interi alberi o di parti di essi, situazione che si è verificata, a partire da mercoledì scorso, nelle zone della città dove sono presenti gli esemplari appartenenti a questa specie botanica”. Quindi, vai di motoseghe… Ovviamente senza chiamare chi degli alberi si occupa per lavoro, professionisti come treeclimbers (ricordate gli Angeli degli Alberi?) o agronomi esperti: i tagli seguiranno il bisogno immediato e il “buon senso” di chi opera… Per Roma si parla di una task-force di 6mila persone, tra taglialegna (che tagliano appunto, per far legna, non certo per conservare gli alberi in salute!), boscaioli e persino immigrati…
Peccato che agli alberi il buon senso non basti: ci sono indicazioni specifiche da seguire per lavorare sulla chioma di una grande alberatura, bisogna sapere come cresce un albero, che cosa gli dà stabilità, come distinguere un ramo saldo che non cederà mai da uno che potrebbe rompersi sotto un carico improvviso. Invece si attuano operazioni radicali sotto i dettami dell’emergenza, con il rischio di creare enormi danni per ignoranza. Danni che gli alberi di città si porteranno dietro creando maggiori problemi in futuro: gli squilibri, dati dalla potatura cieca, comprometteranno la solidità di piante annose, che poi dovranno per forza essere abbattute. I comuni rispondono: “Li sostituiremo”: certo, con piante giovani (quelle già grandi costano!) che avranno bisogno di decenni per diventare belle come le attuali. Città come Roma potrebbero uscire da queste nevicate con piazze e parchi sfigurati per anni e anni.
Legambiente ha proposto che si utilizzino gli automezzi normalmente in servizio per la disinfestazione per pompare aria compressa sulle chiome e liberarle dalla neve: questo forse potrebbe essere un metodo per salvare i grandi alberi?