Il San Valentino appena trascorso ci è sicuramente sembrato una festa molto banale e “leggera”, tutta romanticismo, rose rosse e cuoricini. Ma in paesi diversi dal nostro, regalare dei fiori può diventare un gesto reazionario. In Arabia Saudita farlo ieri era addirittura un reato. La polizia religiosa infatti aveva vietato – lanciando una ‘fatwa’, un editto religioso – la festa di SanValentino, obbligando fioristi e negozi a rimuovere dagli scaffali qualsiasi oggetto o gadget legato alla festa dell’amore. E chi, nel Regno ultracoservatore, non ha voluto rinunciare ad una rosa per l’innamorata si è ritrovato a sfidare l’ira del Mufti, nientemeno che la massima autorità religiosa araba. Rischiando dunque la pelle…
A peggiorare le cose, oltre il grave divieto religioso, anche l’impennata dei prezzi: per una rosa a gambo lungo, ieri in Arabia Saudita si arrivava a pagare anche 70 riyal (oltre 14 euro), una cifra 10 volte superiore al prezzo normale. La celebrazione di San Valentino è stata stigmatizzata come quella di una festa ”cristiana e pagana”: la Commissione per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio (la polizia religiosa) dunque si è subito attivata, mettendosi a caccia di tutto ciò che era rosso e che potesse ricordare la festa degli innamorati, facendo numerosi blitz in pasticcerie, fioristi e negozi di souvenir.
Un’indicazione, quella della polizia religiosa, che alcuni fioristi non solo hanno preso alla lettera, ma anche appoggiato, come nel caso del proprietario di una catena di fiorai che non solo ha chiuso per due giorni i suoi otto negozi, ma ha anche appeso un cartello, sottolineandone le motivazioni: ”chiusi per boicottare l’eresia”. Ma nonostante il divieto, tra i giovani sauditi, c’è chi ha sfidato coraggiosamente (o meglio, con una buona dose di incoscienza) la messa al bando della festa dell’amore, girando con un orsetto rosso sul cofano dell’auto.