Basta guardare un telegiornale: uomini dotati di grosse pale scaraventano dai camion chili e chili di sale contro il ghiaccio. Strade, marciapiedi, aiuole spartitraffico. L’importante è buttare tutto il sale possibile, e più se ne butta e meglio è. Anche le amministrazioni comunali la pensano così. Basta dare un’occhiata ai loro comunicati: le tonnellate di sale anti-ghiaccio sparse nelle strade sono motivo di orgoglio, attestano l’impegno per i cittadini.
Tutto vero, ma c’è un’informazione che invece viene molto meno diffusa e non gode di altrettanta popolarità: l’effetto di tutto quel sale sull’ambiente, in particolare sugli alberi delle città. Fiori&Foglie ha indagato, girando le sue domande a Giovanni Poletti, uno che degli alberi ha fatto il suo mestiere (www.docgreen.it), agronomo esperto di alberature urbane e stabilità degli alberi. Le sue risposte non possono che destare allarme…
Giovanni, che effetti ha il sale anti-ghiaccio sulle piante?
Beh, Daniela, è facile da capire: il sale ha un effetto diserbante. Che significa che non uccide solo l’erba, ma tutto ciò che è vita vegetale, alberi compresi. Basti pensare che quando i Romani rasero al suolo la città di Cartagine, per rendere completa la distruzione, sparsero sale sui campi, in modo che non potessero più essere coltivati.
Nello specifico il sale impatta in tre maniere sull’ambiente:
– uccide le piante
– danneggia il terreno distruggendone la struttura ed eliminando microfauna e microflora
– dilavato dalle piogge, il sale finisce nella falda, inquinandola: l’arricchisce infatti con elementi che non dovrebbero essere presenti
Che danno può creare il sale anti-gelo sugli alberi?
Se la concentrazione è forte, secca una parte della chioma e poi tutto l’albero. Il sale indebolisce le alberature e si unisce a tutti quei fattori che incidono negativamente sulla salute degli alberi di città. Si tratta di piante già di per sè a rischio, perché crescono in un ambiente inquinato, per sua natura ostile alla vita vegetale. L’indebolimento rende perciò l’albero più prono alle malattie e meno reattivo nel combatterle.
Giovanni, cosa si può fare per contrastare questi effetti così negativi?
E’ la quantità di sale sparso il punto centrale della questione: più cresce la concentrazione di sale nel terreno, e più crea problemi agli alberi. Pensa che per un’efficace azione anti-ghiaccio sulle strade basterebbero 10, 20, 30 grammi di sale al mq, ma in alcuni comuni se ne spargono anche 400 grammi al metro quadrato, un’enormità! La quantità di tonnellate di sale anti-gelo è diventata un vanto, più se ne butta e meglio è… Ma il problema è che dopo l’emergenza, il sale non sparisce: si accumula, viene trasportato dalle piogge, si concentra in alcuni punti del terreno, finisce negli scarichi delle fogne e da lì ai depuratori, che non sono certo dotati di dissalatori nelle grandi città italiane del nord. Impatta anche sulle strutture di cemento armato. Il sale infatti è corrosivo per i metalli: basta guardare gli elementi di un porto, tutti corrosi dall’acqua salata del mare.
Di questi terribili effetti del sale anti-ghiaccio nessuno parla, però. Perché, secondo te?
Perché per le amministrazioni comunali è un punto d’onore spargere più sale possibile: in questo modo mostrano di avere a cuore la sicurezza dei cittadini. Accolgono male qualunque critica sull’argomento. Inoltre i cittadini stessi sono quelli che per primi si allarmano, anche prima che il gelo effettivamente ci sia, bersagliando con decine di telefonate gli enti preposti. La questione è spinosa, quindi si preferisce non affrontarla.
Contrastare il gelo ha senso, certo, ma il problema è la maniera in cui lo si fa. Spargere sale su strade asciutte non serve: il ghiaccio si forma dove è bagnato ed è lì che diventa pericoloso. Non serve buttarlo sulla neve. E spargerlo in quantità spropositate, con passaggi ripetuti, senza pensare alle conseguenze per gli alberi non va bene: ha poco senso poi affannarsi a rinverdire la città con grandi campagne pubblicitarie piantando centinaia di nuovi esemplari, se non ci si preoccupa di quelli che ci sono già.