Sull’orto si dovrà pagare l’Imu, esattamente come sulle seconde case… La notizia, comparsa in questi giorni sulla Provincia di Como e su quella di Varese, sta facendo infuriare parecchi cittadini: non solo su gli appassionati che, su un fazzoletto di terra, si dilettano a crescere verdure e insalate, ma soprattutto i pensionati, tradizionali affittuari di orti urbani, che con quegli ortaggi integrano le già magrissime pensioni. Considerato che coltivare la terra non è proprio una passeggiata, richiede fatica e dedizione, una mossa del genere sembra proprio equiparabile a mettere una tassa sull’aria che si respira. Agli orti familiari sarebbe applicata la stessa aliquota della seconda casa, cioè lo 0,76%, con lo sconto massimo del 25%.
Unica eccezione: gli orti che si trovano in aree depresse, che sarebbero esentati. Assisteremo ad un’emigrazione di massa in queste zone, in futuro? Potrebbe essere l’unico aspetto positivo…
E’ vero, c’è ancora confusione su questa Imu orticola, ma solo l’idea ha già portato gli animi a scaldarsi. Anche perché non si capisce come si possa considerare l’orto un bene di lusso, al pari di una casa delle vacanze… Ma la campagna è sicuramente nell’obiettivo del superfisco: i terreni degli agricoltori verranno colpiti con l’aggravante dell’Imu sui fabbricati rurali, che pagheranno come case anche se si tratta di fienili, stalle, serre: si parla in definitiva di un aumento del 300% delle tasse sul settore. Non per niente Coldiretti è sul piede di guerra: un altro colpo alle piccole aziende certo non aiuta la nostra economia. Orti “d’oro”? A questo punto l’unica sarà farselo sul balcone o sul terrazzo o sul tetto, sperando che Monti non se ne accorga e colga l’occasione per imporre una tassa aggiuntiva ad hoc…