Di loro non ti accorgi subito. Eppure sono lì, vicino ai tuoi piedi. E basta che distrattamente ne calpesti un rametto, perché si diffonda nell’aria un’aroma inconfondibile di una delle spezie più usate in cucina: è lui, è timo! Qui a Cipro, da dove vi sto bloggando in questo momento, questi bassi cespugli profumati, adesso punteggiati di dolcissimi fiorellini rosa-lilla, si trovano sulle rocce che costeggiano le spiagge, a due passi da sdraio e ombrelloni colorati.
Sono piante incredibili, i timi, lasciate che ve lo dica. Cipro è un’isola stupenda, ricca del fascino tipico della cultura greca, ma a luglio è la cosa più simile ad una fornace a cielo aperto che possiate immaginare. Il sole, altissimo nel cielo, emana un tale calore che le ore del giorno sono sopportabili solo se avete addosso un costume, meglio se bagnato 😉 Al contrario di quello che accade in molte isole, poi, nemmeno la notte è fresca: mantiene invece buona parte dell’arsura del giorno… Poca l’acqua a disposizione, e naturalmente le sassaie intorno alle spiagge o nelle zone aride intorno alle strade non vengono certo irrigate! Quindi questi irti cespuglietti possono solo sperare nell’aiuto di madre natura per abbeverarsi di quando in quando.
Eppure, stoici, resistono a tutto. Le loro foglioline si sono compresse e ravvicinate per diminuire al massimo la disidratazione, tanto da trasformarsi quasi in scaglie vegetali. I rametti si sono fatti corti e duri, quasi spinosi, per togliere alle capre la voglia di brucarli. Insomma, il timo cipriota si difende e lotta per sopravvivere ogni giorno, su questi dirupi cotti dal sole.
Noi invece, spensierati in ferie, quando lo calpestiamo per errore, pensiamo solo ad una cosa: gnaaamm!! 😀