Alla cura, alla vendita e alle coltivazioni di fiori e piante all’aria aperta o in serra si dedicano oltre 47mila imprese italiane, in crescita dell’1,1% in un anno, per un giro d’affari di oltre 4 miliardi di euro. Nella classifica delle regioni con il maggior numero, la Lombardia si piazza prima con 7.061 attività e un peso pari al 14,9% del totale italiano. Seguono la Liguria, il Lazio e la Campania. Sono i dati emersi da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, che tra l’altro mette in luce anche le caratteristiche del giardiniere “nostrano”…
Tra le province italiane la più ‘verde’ è Imperia, con il 6% delle imprese. A seguire si collocano Roma, Napoli, Torino e al quinto posto c’è Milano, con quasi 1500 attività. In crescita Genova (+17,2%), Vercelli (+7,6%) e Sondrio (+7,4%). La Calabria è la regione con il maggior numero di negozi di fiori, la Puglia quella con più ambulanti, in Liguria il 72,3% delle attività ‘verdi’ sono coltivazioni di fiori in piena aria o in colture protette mentre la Valle d’Aosta si piazza al primo posto nella cura e manutenzione del paesaggio. A Pistoia la metà degli addetti ai giardini sono stranieri (50,3%), a Roma sono oltre uno su tre (34,4%) mentre ad Arezzo gli stranieri sono il 28,3%.
A chi affidano la cura dei propri giardini gli italiani?
Il giardiniere in Italia è quasi sempre uomo (93,2%) e in un caso su due di età compresa tra i 40 e 59 anni. Quasi uno su sette è nato fuori dall’Italia: sono in maggioranza romeni, albanesi e marocchini. Ma ci sono anche le donne. Agrigento, Caserta, Vicenza e Rimini sono le province con la percentuale di green women più alta che si occupano di cura e manutenzione del paesaggio (rispettivamente pari al 28,6%, al 24,5% e al 23,8% per le ultime due) mentre a Lecco, Messina e Oristano si fanno spazio i giardinieri più giovani: quasi il 30% è under 30.