Nel futuro c’è l’Internet delle piante?

Tutte in Rete, collegate con noi e in grado di dare informazioni sull’ambiente. Non parliamo di persone, ma di piante: alberi e cespugli che trasmetteranno le loro percezioni su acqua, aria, o persino terremoti o valanghe. Una vera Internet vegetale, insomma. Per realizzarla, Stefano Mancuso, alla guida del Laboratorio di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze (LINV), ha di recente ricevuto fondi europei di un milione e mezzo di euro da spendere nell’arco di tre anni.

L’idea è semplice eppure di portata immensa: ogni pianta dovrebbe essere dotata di un bio chip, che “tradurrà” i segnali chimici, che normalmente le piante emettono e si scambiano, in una serie di parole o frasi comprensibili. Ogni albero e ogni cespuglio potranno così segnalarci cambiamenti atmosferici, dati sull’inquinamento, e tutte quelle informazioni che sono necessarie per la loro sopravvivenza, ma che per noi sarebbero fondamentali per migliorare la qualità della nostra vita e il rapporto che abbiamo con il nostro pianeta. Un concetto davvero rivoluzionario presentato a giugno alla rassegna “Next” che ha identificato Mancuso fra i “I 30 italiani che ci cambieranno la vita”.

Un progetto che ci permette di guardare ad un domani del tutto diverso, ma che potrebbe cambiare totalmente già da ora il nostro modo di guardare le piante: pensateci, mentre annaffiate le vostre petunie stasera… !