Isabella Rossellini, da donna copertina ad esperta di sesso fra le api

A 60 anni Isabella Rossellini si mette la barba per difendere le api: con le popolazioni degli alveari misteriosamente in crisi in tutto il mondo la figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini ha temporaneamente scambiato il suo ruolo di donna-copertina (in questi giorni su Vogue Italia) con quelli di un panciuto contadino in camicia a scacchi e fluente peluria sul mento.

La stessa Rossellini in tunica gialla e nera siede per terra a gambe aperte. Malconcia, antenne fuoriposto, un pene di stoffa una ferita sulla pancia che sanguina vistosamente. Il contadino, sempre Isabella sotto mentite spoglie, chiede cosa è successo. “Ho fatto sesso: normale sesso tra api”. Gli short di due minuti l’uno sono stati girati dalla Rosselini in collaborazione con Burt’s Bee, una linea di prodotti di cosmetica naturale a base di cera d’api. L’attrice ed ex modella di Lancome qualche anno fa aveva trovato un successo di nicchia con una serie di filmati, Green Porno, sulla vita sessuale degli insetti per il canale Sundance di Robert Redford.

La nuova iniziativa documenta la vita quotidiana degli alveari immaginando una conversazione tra Burt Shavitz, apicultore veterano e eccentrico fondatore di Burt’s Bees e tre tipi di api: la regina, le operaie e un drone. Come in Gren Porno e gli short successivi Seduce Me, i particolari salaci abbondano.

Tutto provato scientificamente: Isabella si è preparata seguendo corsi di biologia alla New York University. Nell’ultimo decennio la popolazione degli alveari, soprattutto negli Usa e in Europa, si è ridotta del 30 per cento. Niente api significa niente miele ma anche niente piante che le api da millenni hanno il compito di impollinare. E dunque niente mele, cacao, fragole, mandorle, caffé, praticamente il 70% della produzione alimentare vegetale del mondo.

Per la Rossellini la vocazione dell’apicultura è diventata una scelta di vita: l’attrice di Blue Velvet vive in una fattoria di Long Island tra polli a maiali. Alleva cani e fa parte della locale cooperativa per la quale cura le api. Una specie ideale per lei: “Sono state addomesticate per produrre più miele e tuttavia restano allo stato selvaggio e non devi ucciderle”. A morire le api ci pensano da sole. Le ragioni che hanno messo in crisi gli alveari di mezzo mondo sono più di una e non particolarmente chiare agli studiosi. Sul banco degli imputati, tra gli altri, dei pesticidi chiamati ‘neonics’ (neonicotinoidi) che si usano per proteggere il mais e che apparentemente disorienta le api.