Frutta tropicale? E’ “made in Sicilia”

Coltivare la frutta nostrana in Italia non conviene più: e gli agricoltori del sud guardano oltre, fuori dai confini di uno Stivale ormai troppo stretto. Agevolati dal clima, alcuni, sempre di più, stanno scegliendo di produrre avocado, mango, feijoa invece di aranci, limoni e mandarini. Dai terreni di Milazzo e ragusani, dai piccoli appezzamenti creati un po’ per gioco un po’ per avventura, i frutteti di essenze tropicali si stanno estendendo in tutta la Sicilia radicandosi nei paesi etnei e perfino nell’agrigentino. Produzioni di frutta eccellente che nulla hanno da invidiare all’originale del sud est asiatico o del centro e sud America e che costano anche il 75% in meno di quella che si trova nella grande distribuzione. Un nuovo mercato si sta aprendo per combattere la crisi.

Frutti dai sapori esotici si trovano nelle bancarelle improvvisate lungo i tornanti che salgono sull’Etna con prezzi che vanno dai 2 ai 3 euro al kg. Un costo che è il 50% rispetto a quello che si può trovare su internet comprando all’ingrosso gli stessi frutti. Andrea Passanisi, 29 anni, aveva un agrumeto a Giarre (Ct) gestito con la famiglia. Dieci anni fa ha deciso di voltare pagina considerato l’andamento del mercato dei limoni e ha impiantato un frutteto di avocadi che ha cominciato la produzione tre anni dopo. Oggi raccoglie diverse tonnellate del frutto originario del centro America che vende solo in nord Europa.

“Abbiamo due varietà – dice – La ‘Bacon’ che si raccoglie da ottobre a dicembre e la ‘Hass’ che si raccoglie da dicembre fino a luglio. Ogni albero produce circa 180 kg e il prodotto viene venduto a 2-3 euro al kg. I nostri frutti sono biologici e molto buoni e ora cercheremo di commercializzarli anche in Sicilia”. Su tutta la zona etnea stanno nascendo piccoli appezzamenti coltivati a feijoa, annona, avocado, che per ora sfuggono, dice Cinzia Zerbini della Coldiretti, a statistiche ufficiali.

I frutti di queste piccole produzioni sparse in Sicilia si ritrovano in mercati locali, in bancarelle spesso improvvisate dagli stessi coltivatori, e i prezzi sono decisamente bassi: un kg di avocado o di annona viene venduto a 2 euro. Uno di feijoa a 2,50 euro. I frutti, inoltre, sono freschissimi e a chilometro zero.

Giuseppe Baio, 55 anni, agricoltore, coltiva nell’agrigentino alberi di Annona cherimola, che fa frutti un po’ più grossi di una mela con una polpa bianca dolce e profumata, originaria degli altipiani andini e poi diffusa anche in Florida, Africa e Asia. “Ho circa 140 piante – spiega – che producono 50 kg di frutti ciascuna. Ho impiantato questa specie nove anni fa e dopo tre anni è cominciata la produzione. Vendo solo nella mia zona perché l’annona è un frutto facilmente deperibile. Il prezzo va da 4 a 6 euro al kg. Certamente non ho fatto una scelta di tipo economico ma mi è piaciuto far conoscere questo frutto dalle proprietà uniche”.

La Sicilia lentamente si va “tropicizzando” nel settore agricolo visto che le classiche produzioni, lamentano gli agricoltori, spesso non convengono economicamente. E i produttori cercano nuove sponde, come ha fatto da tempo la famiglia Torre di Milazzo (Me) che produce mango, carambola e altri frutti finora considerati esotici, e l’imprenditrice palermitana Letizia Marcenò che produce oltre 100 caschi di banane l’anno.