BreBeMi, primavera agrodolce a Villa Invernizzi

Il cantiere della BreBeMi

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Ve la ricordate Villa Invernizzi, sfortunato “ostacolo” nella road map della BreBeMi, corposa autostrada che collegherà Milano a Brescia? Dopo averne scritto mentre incredula assistevo al taglio dei filari che hanno reso quel paesaggio unico, i lavori sono proseguiti senza soste né ripensamenti. Fiori&Foglie è andata a dare un’occhiata ai lavori in corso…

Sotto un azzurrissimo cielo di fine marzo il vecchio albero tagliato non vuole morire, ma come tutte le primavere getta le foglioline per un nuovo anno, anche se ormai separato dalla sue radici. Ma gemmano anche i nuovi alberelli messi a dimora, a ricostruire l’antico filare. Certo, non danno lo stesso effetto dei maestosi pioppi che caratterizzavano questo angolo di paesaggio prima, ma …cresceranno. Ed è vero che sono gli alberi giovani a rimuovere la CO2 dall’atmosfera, trasformandola in biomassa e in legname. Gli alberi maturi non sono altrettanto efficaci contro l’effetto serra. E’ vero, i grandi ceppi tagliati espongono i loro anelli, diario di tantissime stagioni precedenti di cui sono stati testimoni… E lo stesso uomo che ha schiantato i vecchi alberi ora si prende ogni cura dei nuovi nati: questo posto resterà e tornerà ad essere bellissimo, nonostante tutto?

Perché intanto crescono anche i pilastri e i viadotti. L’autostrada avanza veloce. La pompa per il calcestruzzo prosegue incessante il suo lavoro, creando rupi artificiali dove prima era solo pianura, tagliando per sempre il territorio in due. Il paesaggio cambia e chi lo conosceva con gli occhi della memoria, ora non lo riconosce più. E forse non avrà il tempo per vedere quei pioppi farsi maestosi di nuovo… si può parlare di “furto di paesaggio” in casi come questi? O è solo nostalgia di un passato da cartolina impossibile da mantenere intatto?

Sullo sfondo i grattacieli di una grande città che cresce. Brescia sarà vicinissima, unita da un nastro d’asfalto diretto attraverso la campagna, unendo i centri in un’unica megalopoli in formazione. Sperando che le nuove autostrade e queste ferite al territorio non siano inutili ma servano all’uomo per avere più lavoro, più futuro e più relazioni. A poca distanza da qui c’è la ferrovia che attraversa da sempre il Parco di Villa Invernizzi: non possiamo non chiederci se non sarebbe stato meglio, invece di costruire nuove strade, acquistare altri nuovi treni per offrire più capacità e qualità del servizio su ferro. O trovare un’alternativa che non distruggesse un patrimonio di tutti…