Arriva l’autunno e, con la stagione più fresca, i suoi frutti: la castagna in primis. Ma negli ultimi anni ci siamo tutti accorti che al supermercato le castagne italiane sono diventate care come il fuoco. Il motivo? La salute compromessa dei nostri castagni, attaccati da un insetto (Dryocosmus kuriphilus) che crea dei rigonfiamenti – detti “galle” – che inducono la deformazione delle foglie, rallentano la crescita dell’albero e riducono fortemente la produzione dei frutti. E si sa, la legge di mercato vuole che meno prodotto c’è in circolazione, più costa. Ecco dunque che le castagne italiane sono diventate “d’oro”, con prezzi decisamente esosi per già sgonfie tasche. Per fortuna la natura, in questo a suo modo democratica, crea la malattia ma anche la cura. Negli ultimi anni seguendo l’esempio di altri paesi, abbiamo trovato l’antagonista del killer dei castagni, una micro-vespa (Torymus Sinensis) che si ciba in modo specifico del Dryocosmus…
Con le castagne si fanno tante cose, non solo le caldarroste: notandone la versatilità, molti chef stanno creando ricette e golosità che spostano il suo consumo anche sui primi e secondi piatti. Non solo: i castagneti sono presidi del territorio (spesso situati in zone impervie di difficile coltivazione), e sono una fondamentale risorsa per le comunità delle zone montane. Occorreva intervenire subito sul crollo produttivo. La sperimentazione della lotta biologica integrata verso il parassita dei castagni è dunque iniziata dal 2009, ma solo adesso sta mostrando risultati che autorizzano l’ottimismo.
La micro-vespa, allevata nei laboratori, è stata distribuita nei castagneti del Belpaese e per nostra fortuna, si è …trovata bene: lentamente all’inizio, più velocemente poi, si è riprodotta e moltiplicata a spese del poco simpatico killer galligeno.
La Regione Lazio, direttamente interessata dalla produzione di castagne nazionali insieme alla Campania e al Piemonte, ha da poco comunicato, tramite il suo Assessore all’Agricoltura Sonia Ricci, che “La lotta biologica al Cinipide, il pericoloso insetto che colpisce i castagneti del Lazio, sta dando buoni frutti. Secondo il Servizio fitosanitario della Regione Lazio, a seguito dei lanci effettuati in questi ultimi anni, il parassitoide antagonista Torymus Sinensis si può ritenere insediato in tutte le principali aree castanicole della Regione, con effetti positivi sulla vegetazione e sulla produzione di frutti e di legno che andranno aumentando nei prossimi anni”.
I castagni nazionali quindi stanno pian piano riprendendo a crescere, producendo foglie e frutti. Benvenuto Autunno dunque, e addio, castagne d’oro!