Tra i tanti emendamenti in discussione in questi giorni alla Legge di Bilancio, 5 riguardano il mondo di piante e alberi. E puntano ad un ecobonus, in soldoni ad uno sconto fiscale per i privati che vogliono rifare il proprio giardino ma anche per i condomini che vogliono metter mano al verde condominiale. Ma cosa importa questo a tutti quelli che il giardino non ce l’hanno? E che senso ha in questo momento parlare di “fiorellini” a fronte di altri temi?
Al convegno tenutosi ieri, giovedì 17 novembre, a Roma nel Palazzo delle Generali organizzato da APGI (Associazione Parchi e Giardini Italiani), tra i relatori il professor Caudo della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma ha risposto molto efficacemente a questa domanda: il verde nelle nostre città è per gran parte quello dei cittadini privati. Sommando quel verde, tra case e condomini, si ottiene una superficie complessiva vastissima: agevolando in queste aree la messa a dimora di nuove piante, nuovi alberi e superfici a prato, si influisce pesantemente sulla qualità dell’aria di tutta la zona limitrofa, ovvero su piazze e viale con scuole, chiese ed edifici pubblici. Insomma, se il verde costa meno, il privato sarà stimolato a prendersene cura, e i benefici saranno di tutti quelli che abitano nella sua zona. E non si parla di sola estetica.
A CHE SERVE PIU’ VERDE
Ma i benefici di cui tanto si parla sono davvero così importanti? La risposta è sì, parliamo di #verdenecessario – e lo saranno sempre più. Oltre alla produzione di ossigeno, all’assorbimento di anidride carbonica, al contrasto ai venti, alla filtrazione dell’acqua, alla lotta al cambiamento climatico, al consolidamento del terreno (dalle pendenze agli argini dei fiumi, l’Italia è da tempo soggetta a dissesto idrogeologico da sanare), al ripristino della fertilità dei suoli, alla purificazione dell’aria dalle sostanze inquinanti – in particolare le terribili polveri sottili – , le piante hanno anche un forte impatto sociale.
VERDE ANTI-CRIMINE e BUONO PER LA SALUTE
Ricerche scientifiche hanno stabilito che nei giovani la presenza di verde vicino a casa abbassa l’aggressività: è un elemento fondamentale nelle periferie urbane ma anche là dove esiste una rabbia sociale che crea il fenomeno delle baby-gang. Inoltre migliora la qualità della vita degli anziani e nelle persone a rischio perché è dimostrato che il verde allevia la depressione e nei malati e nei convalescenti stimola la risposta immunitaria. Siamo sicuri che siano cose così poco importanti su cui la politica può permettersi di non investire?
SLOW GREEN
Non solo: è acclarato che la presenza di alberi e piante ci spinge a fermarci. Durante il convegno di ieri Lorenzo Bazzana di Coldiretti ha spiegato che questo è il motivo per cui si mettono piante nei centri commerciali: perché la loro presenza ci spinge a sederci e a trattenerci di più, quindi aumentano le occasioni di incontro ma anche di acquisto. Lo stesso effetto della musica diffusa, per intenderci.
VERDE FUNZIONALE
Gli emendamenti attualmente al voto farebbero tra l’altro da spinta all’edilizia e al rinnovo del patrimonio di piante e alberi nelle nostre città, che non sono più al passo con la ricerca. Secondo il prof Nelson Marmiroli del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Parma, le specie che sono state a suo tempo piantate in giardini e parchi urbani sono state scelte con criteri estetici: dovrebbero invece essere sostituite con specie più efficienti nel sequestro della Co2 e degli agenti inquinanti ed allergizzanti, tema alla ribalta in Europa per la conversione alle città intelligenti, le “smart cities”.