Profili e facce guardano immobili il via-vai dei romani: spuntano qui e lì, dovunque ci sia il ceppo abbandonato, mai rimosso, di un albero abbattuto. Questi resti di natura trascurata sono diventati materiale d’ispirazione per Andrea Gandini, un ragazzo che li scolpisce direttamente in strada, osservato spesso con curiosità dai passanti. E l’iniziativa è apprezzata dai più: per molti Gandini, con il suo lavoro, cerca di abbellire la città eterna ridando vita ai tronchi morti che, con la loro presenza, evocano sentimenti di tristezza e degrado.
Sui social si sono scatenate le reazioni più diverse: tra i commenti si leggono grandi entusiasmi ma anche accesi dibattiti, a seconda dell’apprezzamento o meno che le opere di Andrea suscitano. E’ arte o non è arte, la sua? Andrebbe pagato per la sua opera o invece addirittura multato?
Nel frattempo però la sua carriera di scultore procede, e il successo supera di gran lunga le critiche. Interviste e articoli parlano di lui, al punto che in questi giorni al giovane è stato affidato l’incarico di intagliare i tronchi di due cedri di 200 anni alti più di 20 metri morti a causa di un attacco di funghi nel giardino di Villa Grazioli. Il soggetto che Gandini sta realizzando nell’antica dimora cardinalizia è quello di un tuffatore. Il soggetto è diviso in due parti: nel primo tronco il corpo con i piedi all’insù, e nel secondo la testa, che emerge in superficie.
Certo, quella di scolpire i tronchi abbandonati lungo le vie di Roma è una bella idea: sicuramente la loro presenza non regala un’immagine curata. Ma il lavoro di questo ragazzo porta con sé una riflessione più profonda sul verde romano. In questi ultimi anni la Capitale ha visto molti abbattimenti di alberi di grandi dimensioni, soprattutto pini marittimi ma non solo, caduti durante i temporali perché fragili a causa dell’età che hanno raggiunto, perché piantati molti molti anni fa. E questo ha depauperato il patrimonio arboreo e con lui il paesaggio urbano. Il fatto che esistano nelle vie di Roma così tanti tronchi morti – al punto da stimolare l’idea di scolpirli – fa pensare. E’ vero, togliere un ceppo è cosa costosa, ma quanti alberi sono stati ripiantati dal Comune di Roma dopo tutti gli abbattimenti recenti?
Checché se ne pensi, il giovane scultore ha deciso di intervenire e fare qualcosa in prima persona per la sua città. Per come la vedo io, è un chiaro segnale che le persone hanno bisogno di bellezza, verde, arte e cultura e vogliono trovarle nei posti in cui vivono. Adesso la palla passa al Comune di Roma… 😉