Italia nella morsa del gelo: quale impatto su piante e ortaggi?

Un gennaio che non dimenticheremo, questo, con la neve che ha coperto persino le spiagge e i campi del nostro mite meridione. E le ricadute del gelo non mancano di farsi sentire. Secondo la Cia-Agricoltori italiani le perdite stimate ammontano a circa 700 milioni, triplicati i costi dell’agricoltura tra verdure e ortaggi congelati e la necessità di scaldare maggiormente le serre. Si teme anche per la tenuta delle piante da frutto. E i rincari al supermercato si evidenziano sui prezzi, schizzati per alcuni ortaggi addirittura al 200%.

Secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma, tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. Alcuni prodotti però – avverte la Coldiretti – sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari.

Quasi tutte le regioni del centro-sud hanno chiesto lo stato di calamità registrando gravi danni ai raccolti di agrumi, ortaggi, vigneti e alle serre per il peso della neve. Secondo la Cia la situazione è grave ovunque ma drammatica nelle aree colpite dai terremoti, non solo per l’agricoltura ma anche gli animali da allevamento. Ed è particolarmente importante che in quelle zone le aziende possano continuare a lavorare.

In questo panorama l’unico dato che conforta è che il gelo, seppure forte di problemi, è un toccasana per la lotta agli insetti nocivi che danneggiano piante ornamentali e piante da frutto. Spesso queste specie provengono da paesi caldi e vengono dunque uccise dalle gelate. Lo conferma Pio Federico Roversi, ricercatore entomologo del Centro ricerca di Difesa del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, in merito alla xylella, la malattia che induce il disseccamento degli ulivi causata da un batterio trasmesso dalla cicala sputacchina.

Le cicale, incapaci di andare in letargo e di rallentare il proprio metabolismo, adattate al clima mite del sud, verranno spazzate via dal freddo improvviso e stesso dicasi per lo Scafoideo, una cicalina dorata che fa ammalare la vite.