Per la Milano del futuro propone radure – spazi verdi contornati da alberi, un prato immenso nello Scalo Farini e un fiume verde che colleghi aree verdi tra i terminali ferroviari dismessi: tra tutto questo ed altro, l’architetto Boeri ha in mente di realizzare 1 milione di metri quadri di verde urbano in più. E sostiene la grande Milano per la candidatura alle Olimpiadi del 2028. Ma molto prima, nel 2018, dall’altra parte del mondo, in Cina, sorgeranno, dopo quelli di Losanna, altri due gemelli del suo premiatissimo Bosco Verticale: le torri verdi di Nanchino.
Alte rispettivamente 200 e 108 metri, le due foreste verticali cinesi saranno coperte da piante che produrranno 60 chili di ossigeno al giorno e assorbiranno 25 tonnellate annue di anidride carbonica che aiuteranno a ripulire l’aria inquinata della metropoli. La più alta delle due torri conterrà uffici con un museo, una scuola di architettura e un rooftop club privato. La torre più bassa invece sarà un hotel di 247 camere con piscina all’ultimo piano. Il basamento alto 20 metri ospiterà negozi, ristoranti e locali.
La Vertical Forest cinese da 200 metri sarà un pochino diversa dal Bosco Verticale milanese: la struttura alternerà come sempre balconi e vasche ricche di vegetazione ma in cima è prevista una “lanterna verde” ricoperta di piante ricadenti. Del resto – sottolinea Boeri – il Bosco Verticale “è un lavoro aperto a miglioramenti”. Nel libro uscito nel 2015 dedicato all’edificio, “raccontiamo l’esperienza milanese e rendiamo pubbliche le soluzioni tecniche trovate”.
Le torri di Nanjing metteranno in mostra lungo le loro grandi facciate oltre 2500 arbusti e piante ricadenti, 600 alberi di grandi dimensioni e 500 di media grandezza scelti tra 23 specie autoctone che ricopriranno una superficie di 6mila mq.
E dopo Nanchino molte altre città si sono già messe in fila chiedendo Boschi Verticali a Liuzhou, Guizhou, Shanghai, Chongqingun fino ad un intero quartiere di torri per 100mila abitanti a Shijiazhuang.