Geranio, il clandestino africano che cresce sul nostro balcone

Sono “piante migranti” e di loro sappiamo tutto senza, in realtà, sapere niente. Come i loro corrispettivi umani, hanno superato muri e attraversato oceani per trovare in Italia un ambiente dove vivere, e oggi molte di queste piante clandestine sono “cittadine italiane” a tutti gli effetti. Parliamo di fiori strani e inusuali? Tutt’altro: tra le immigrate insospettabili, troviamo vere star dei nostri spazi verdi: dal mitico geranio, gloria di tutti i balconi milanesi, alla mimosa, vanto della Liguria quasi quanto il basilico, all’oleandro, trionfo fiorito nelle città come sulle coste del Belpaese, agli agrumi (!!) e tante, tante altre. Gli esperti del Garden Viridea ci hanno raccontato l’affascinante epopea che ha portato queste immigrate vegetali fino a noi…

Piante di terre lontane e le loro storie curiose
Alcune delle piante più tipiche dell’Italia mediterranea sono in realtà originarie di terre lontane, per esempio la buganvillea, scoperta in Brasile da una giovane scienziata francese, Jeanne Baré, che viaggiò con il suo compagno, un botanico, travestita da uomo perché nel ‘700 le donne non erano ammesse sulle navi.

E il tradizionalissimo geranio?
No, neanche il geranio è una pianta di casa nostra: arrivò come “clandestino” dall’Africa meridionale, trasportato di nascosto su una nave che nel ‘600 doppiava il Capo di Buona Speranza. Alcuni anni dopo il celebre giardiniere inglese John Tradescant riusciva a riprodurre la pianta da seme. Poi a fine ‘800 vennero importate molte nuove specie che, incrociate fra loro, ci hanno dato i gerani che amiamo e coltiviamo oggi.

L’italianissimo oleandro ha le sue origini lontane in Asia; l’aloe viene dall’Africa; la petunia e Surfinia sono brasiliane, come la fucsia. La mimosa che fiorisce in Liguria è di origine australiana, gli aranci sono asiatici. E le palme che popolano Roma e tante città d’Italia sono di origine nordafricana; già l’imperatore Augusto le faceva coltivare come segno di benevolenza degli dei.

Le indesiderate: migranti dannose
Purtroppo oltre alle star vegetali ci sono anche specie invasive che, anche grazie alla globalizzazione, stanno creando non pochi problemi. L’ambrosia, per esempio, è una piantina americana che crea allergie; la robinia, albero importato dall’America come specie ornamentale, è diventata invadente a scapito di altre specie nostrane, così come l’ailanto. E ancora più dannose sono alcune specie di insetti: la zanzara tigre, la cimice asiatica, il punteruolo rosso delle palme e il calabrone asiatico sono solo alcuni degli esempi. 

UN GERANIO CLANDESTINO SUL BALCONE – Il consiglio di Viridea
• L’africano geranio è oggi di casa in tutta Italia. In primavera la scelta di varietà è molto vasta; per farlo fiorire bene, occorre trapiantarlo subito in un vaso più grande con una manciata di biglie d’argilla sul fondo, per favorire il drenaggio.
• Il substrato consigliato è quello per gerani o piante da fiore; la concimazione deve essere ogni 10-12 giorni.
• La temibile farfallina del geranio è anch’essa una migrante clandestina, arrivata dal Sud Africa alcuni anni fa. Per prevenire i danni occorre utilizzare fin dalla primavera un prodotto insetticida da somministrare ogni 15-20 giorni, in modo da evitare la propagazione dei bruchi che perforano foglie e fusti.