Mano ad annaffiatoi e impianti di irrigazione: le piante su balconi, terrazzi e giardini hanno tanta sete in questi giorni, ben di più di quanto sia previsto in questa stagione. Sole e bel tempo hanno visto temperature nettamente in rialzo, quasi troppo. Ci troviamo infatti di fronte ad una primavera che sembra quasi estate, e che ha perso per strada il prezioso carico di piogge su cui la terra e i suoi frutti fanno affidamento. L’allarme siccità è denunciato da Coldiretti, preoccupata per il protrarsi dell’assenza di pioggia che ha connotato anche lo scorso inverno e per il conseguente calo delle acque nei fiumi: una crisi idrica che potrebbe incidere fortemente sulle coltivazioni in campo di frutta e verdura.
Questa primavera così secca segue un inverno altrettanto siccitoso: le precipitazioni in Italia – sottolinea la Coldiretti – sono risultate sotto la media lungo tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola. Si tratta di una situazione preoccupante perché la pioggia e le nevicate invernali – spiega la Coldiretti – sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante nel momento della ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti.
Ora la primavera porta temperature massime superiori di 2,5 gradi la media e un calo del 53% delle precipitazioni a marzo. Le regioni più colpite sono Lombardia e Veneto: il fiume Po è in magra in questi giorni allo stesso livello che di solito riporta ad inizio estate e la carenza d’acqua nelle falde sta superando ogni record storico negativo registrato negli ultimi 20 anni. Anche al sud si registra un pesante ammanco idrico: secondo Coldiretti Basilicata nelle sei principali dighe della regione mancano all’appello oltre cento milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.