Se in America guadagna consensi il movimento Food, not Lawns che trasforma i prati in orti, nel Belpaese l’erba di casa è oggetto di tali ansie da venire sempre più spesso sostituita con il prato sintetico, ovvero pura… plastica. A preoccupare sono le cure maniacali e gli sproporzionati consumi d’acqua che richiederebbe il prato verde casalingo. Ma a detta degli esperti, si tratta di un mito. La ricetta per il prato perfetto, ci dice l’agronomo Riccardo Dal Fiume, tra i più stimati esperti in Italia di tappeti erbosi, esiste: il seme giusto, il taglio alto e molta meno acqua di quanto pensiamo…
Ha ancora senso volere una zona a prato in giardino, Riccardo? Non si tratta ormai di un costo troppo alto che varrebbe la pena di sostituire con l’orto o altro?
Non puoi giocare o goderti il sole nell’orto e, se sostituisci il prato con delle piantine tappezzanti, non puoi calpestarlo, Daniela. Quindi una zona a prato non può essere sostituita con qualcosa d’altro. Sicuramente il modo che abbiamo di curare il verde in questi ultimi anni sta cambiando: la cura il prato, come tutto il giardino, ora deve fare i conti con il cambiamento climatico, che richiede una razionalizzazione della manutenzione in chiave ecologica, peraltro imposta dalle nuove normative.
Ma ti dirò che oggi il prato ha più senso che mai. E anzi, va rivalutato. Studi scientifici confermano che i prati in città offrono benefici ecosistemici comparabili a quelli che ci danno gli alberi. Inoltre svolgono una funzione sociale e hanno un importante impatto psicologico. E a proposito dei costi, non è vero che il prato vuole molta acqua, concimi e fitofarmaci. La chiave è seminare le specie corrette e sposare una giusta gestione.
Quindi esiste una ricetta per il prato perfetto, Riccardo?
Certo che esiste. Si basa su 3 punti essenziali: scegliere il seme giusto, irrigare quando serve, tagliare alto.
1) NORD O SUD ITALIA, LA CHIAVE E’ IL SEME GIUSTO
Sembra facile, ma non basta scegliere a caso una scatola di miscuglio per prati con una bella foto sopra: leggendo cosa contiene, si capisce subito se è quello giusto.
La composizione di semi più adatta si decide in base alla posizione geografica del giardino.
Se il prato si trova nel nord Italia, la specie che offre garanzie per caldo e freddo è la Festuca (Festuca arundinacea), che deve essere presente nel miscuglio almeno fino al 70% e più. Il restante 30% può essere composto da: Poa pratensis+Loietto perenne se il prato è al sole, da Festuca rubra se è in penombra. Da Roma in giù, invece, è meglio optare per la Gramigna (Cynodon dactylon) e il Paspalum.
Ma occhio: non sempre vale la pena seminare. Se non è la stagione adatta o dobbiamo creare un prato in un piccolo giardino, magari già pieno di piante, l’ideale è mettere il prato in zolle!
E dunque quando va seminato il prato?
Parola d’ordine: periodo giusto e quantità di semenza corretta.
– 40gr/mq per il miscuglio di Festuca, da seminare da ferragosto fino a metà ottobre nelle regioni del Nord
– 10-15gr/mq per la Gramigna, da seminare da maggio a luglio nelle regioni del Sud
Dopo la semina, è fondamentale irrigare molto, molto bene: per le prime 2 settimane in modo molto leggero per 4 volte al giorno, mantenendo il terreno sempre umido (non zuppo, né asciutto).
2) BAGNARE IL PRATO: ASSOLUTAMENTE MAI TUTTI I GIORNI
L’acqua per un prato deve essere abbondante e poco frequente, Daniela, esattamente come quando piove. Mai e poi mai dare acqua tutti i giorni! Troppa acqua lascia a lungo bagnata la foglia creando un ambiente ideale per lo sviluppo di malattie e funghi, che amano quell’umidità. Inoltre spinge le radici a rimanere superficiali, esponendole a scottature e lesioni. Un’irrigazione corretta, invece, irrobustisce il prato e riduce i rischi di malattie.
Quindi, quando e come si deve bagnare?
I prati esposti al sole vanno bagnati un giorno si e un giorno no all’alba (4/8 del mattino) e MAI alla sera: il prato a fine giornata rilascia calore che fa evaporare un bel po’ dell’acqua che dai. In piena estate nel Nord Italia un prato ha bisogno di 30 litri al mq a settimana, ma si tenga conto che anche a regime dimezzato il prato rimane vivo, anche se un po’ magro. Quello che va compreso è che dare meno acqua fa bene al prato, non l’inverso!
3) TAGLIARE L’ERBA: IL PRATO DI CASA NON E’ SAN SIRO
In Italia si tende a tagliare il prato ogni settimana all’altezza di 3/4 cm, come se tutti i nostri prati fossero San Siro… Quindi, a meno che a casa non ci sia un provetto Maradona, si può tagliare il prato casalingo tranquillamente ogni 2 settimane e averlo bello e verde usando un taglio alto. Più il prato è basso e più costa! Basta arrivare ai 5/7cm di altezza: questa soluzione permette alla Festuca di irrobustirsi e fortificarsi. Grazie ai 2cm di foglia più, l’erba fa maggiore fotosintesi, quindi si nutre e cresce meglio e si approfondiscono le radici.
E non c’è bisogno di raccogliere l’erba: quella che viene tagliata, ridistribuita nel prato (l’operazione si chiama Mulching: molti rasaerba, anche robot, lo fanno già), è preziosa perché, invece di trasformarsi in rifiuto per la discarica, ridà fertilità e acqua, nutrendo il nostro prato verde.
Come vedi, Daniela, la ricetta del prato perfetto esiste: bisogna solo conoscerla e usarla 😉