Milano, l’estate delle aiuole selvagge

Da quando l’erbicida di sintesi, a base del principio attivo glifosato, è stato vietato negli spazi pubblici perché sospettato di effetti cancerogeni, le aiuole in grandi città come Milano, Roma e Torino, sono diventate aree selvagge dove l’erba cresce alta, a volte a tal punto da impedire la visibilità. Mentre la pericolosità dell’erbicida più usato al mondo è ancora in discussione, i comuni cercano strade alternative per controllare le malerbe in strade e viali urbani. Ma il compito, come attesta il panorama in questi mesi, non si è rivelato affatto semplice.

Il diserbante creato dalla Monsanto ha infatti dalla sua molti pregi: in particolare, se applicato nelle corrette dosi e modalità, assicura pochi interventi all’anno, massima efficacia e ottimi risultati. Fare senza, è tutt’altro che facile. Diserbare con mezzi meccanici non basta, perché le infestanti e l’erba ricrescono velocemente, molto prima che abbia luogo il successivo intervento programmato, ancora di più in questa estate assolata. Certo, è possibile utilizzare erbicidi biologici, ma questo tipo di prodotto, per sua stessa natura, richiede applicazioni più numerose nel tempo. La soluzione bio si scontra così con la struttura organizzativa dei Comuni, che al momento non è adeguata in termini di ore di lavoro né in termini economici, visto che aumentare il numero degli interventi significa anche sostenere costi più alti.

Laddove non si riesce a star dietro alla manutenzione del verde pubblico, resa sempre più difficile dai continui tagli alla cassa, e sale la protesta di incuria da parte dei cittadini, il Comune chiede aiuto alle persone di buona volontà. Ma pone un elenco di condizioni che non rendono agevole collaborare gratuitamente.

Il Comune di Roma per esempio, come riporta in questi giorni Romatoday, impone condizioni stringenti: occorre richiedere l’autorizzazione preventiva, stipulare e pagare un’assicurazione, dichiarare attrezzi e macchinari che verranno utilizzati. E infine, dopo tutta la burocrazia delle carte, “aprire un cantiere” sotto la supervisione del Servizio Giardini. I volontari dopo tutto questo potrebbero essere premiati con uno sgravio fiscale come previsto dal baratto amministrativo, ma in molti comuni italiani l’opportunità prevista dall’articolo 190 del dlgs 50/2016 non trova ancora applicazione.