Gli alberi preda della siccità muoiono per embolia: è la scoperta di un gruppo di ricercatori americani e australiani, risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution. In pratica se la pianta perde troppa acqua troppo rapidamente, al suo interno si forma una bolla d’aria che impedisce di trasportare l’acqua dalle radici alle foglie. Ricerche come queste sono alla base della valutazioni operate dalla comunità scientifica sugli effetti globali della siccità, in aumento sul pianeta.
E di vittime la prolungata siccità, che unita alle temperature bollenti, impera in questi mesi nelle regioni del Nord e del Centro Italia, ne sta facendo parecchie. Stanno morendo tanti giovani alberi nelle grandi città, che si seccano laddove non arrivano irrigazioni di emergenza. I meccanismi responsabili della morte di un albero, spiegano i ricercatori autori dello studio, sono due: il primo interessa tutte le piante ed è un impedimento “idraulico”: l’acqua non riesce a spostarsi dalle radici alle foglie.
Almeno nella metà dei casi analizzati, poi, si riscontra che le piante muoiono anche “di fame”, perché private del carbonio necessario a innescare la fotosintesi. Gli alberi, spiegano gli scienziati, rispondono infatti allo stress da siccità anche chiudendo i pori che permettono di assorbire l’anidride carbonica. A quel punto utilizzano le riserve interne di zuccheri e amidi per mantenersi in vita, ma se queste si esauriscono prima della fine della siccità, vanno incontro alla morte.
Capire l’impatto della carenza idrica sulla vegetazione è considerato un elemento chiave per i modelli di previsione dei cambiamenti climatici, visto che le piante assorbono buona parte dell’anidride carbonica immessa in atmosfera dalle attività umane.