“Le nostre città concorrono con quelle degli altri paesi europei dove il verde non è solo enunciazione ma è un dato di pratica concreta”. E questo è vero a tal punto che i manager in arrivo dall’estero, prima di partire si accertano della congrua presenza e della qualità di parchi e giardini delle località del Belpaese dove dovranno soggiornare e lavorare. Lo afferma il parlamentare Mino Taricco, che Fiori&Foglie ha incontrato al convegno EcotechGreen organizzato dalla rivista Paysage al Flormart, manifestazione destinata agli operatori del verde appena conclusasi a Padova.
Taricco ne è convinto: il verde non è più una questione di fiorellini. E’ invece un elemento carico di nuove responsabilità, relative alla salute e al benessere di tutti. E bando a chi si improvvisa: per lavorare con alberi e piante occorrono professionisti con vaste competenze acquisite sul campo o tramite una formazione specializzata.
La questione è talmente importante che Taricco si è attivato concretamente per evitare pasticci a livello istituzionale sulla figura del giardiniere professionista: ha firmato un’interrogazione parlamentare che ha posto l’accento sulla necessità che l’accesso al corso per l’idoneità in tutte le regioni italiane richieda tassativamente un prerequisito: un periodo di formazione/esperienza all’interno del settore.
“Credo che il livello minimo richiesto per essere professionisti del verde sia stato sottostimato, ma va detto che è successo lo stesso per molti altri settori”, spiega Taricco: nel corso degli anni questo livello si è molto accresciuto includendo tecnologie e nuovi know-how. Del resto, continua il parlamentare, la consapevolezza della posta in gioco è recente, del tutto nuova rispetto al concetto di un tempo in cui fiore, pianta o giardino si esaurivano nel fattore estetico.
“L’esperienza di questi ultimi 8-10 anni ci consegna, da una parte, un settore che ha assunto un ruolo e una responsabilità sempre maggiore nei confronti della vita delle persone e delle comunità, dall’altra parte la consapevolezza che non è più un tema di quantità o di presenza, ma di qualità e modalità con cui viene esercitata questa opportunità”.
“Tutti soggetti istituzionali coinvolti – rimarca Taricco – si stanno rendendo conto che serve un supplemento di riflessione che peraltro necessita anche del confronto con chi in quel settore ci opera. Direi che siamo ancora perfettamente in tempo per evitare errori che in un secondo momento potrebbero costarci molto molto caro”.