Ottimo colpo per la polizia il sequestro di 200 piante di cannabis che crescevano tranquille su una collina a nord di Udine. O almeno, così sembrava. Coltivate da due giovani fratelli, 19 e 21 anni, le piante rigogliose apparivano come il paradiso proibito dello sballo. Peccato che non si trattasse di droga: le piante in questione erano invece perfettamente legali. Il loro contenuto di THC, principio attivo della cannabis, era inferiore ai minimi di legge rendendo la coltivazione consentita per usi alimentari e industriali.
A partire dal 1 gennaio 2017, infatti, in Italia è legale seminare piante di cannabis con un contenuto inferiore a 0,3 di THC, soglia oltre al quale la sostanza psicotropa ha effetti droganti sull’organismo umano. Questo tipo di canapa sativa di fatto non è più considerato marijuana.
Alle affermazioni dei due fratelli la polizia però non aveva dato fiducia durante il sequestro avvenuto a metà settembre, dovendo però poi ricredersi a seguito dell’esito delle analisi della polizia scientifica di Padova, che hanno certificato che di fatto non si trattava di una coltivazione per produrre droga.
“Hanno fatto tutto alla luce del sole – spiega il loro avvocato Federico Plaino – Avevano acquistato sementi certificate dalla normativa europea da un fornitore autorizzato, conservando le fatture e avevano segnalato, come previsto per legge, la coltivazione ai Carabinieri di competenza”.
La Procura di Udine ha dunque notificato ai due fratelli un avviso di chiusura delle indagini preliminari per coltivazione illecita.