A CityLife, nel cuore pulsante di Milano: è lì, nell’ex Padiglione 3 Fiera appena ristrutturato, che si è tenuto un convegno che fa notizia, quello degli Stati Generali del Verde Pubblico, nome impegnativo dell’evento organizzato dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente che per la prima volta ha fatto tappa nel capoluogo lombardo. Tante le voci e i protagonisti, tra relatori, politici e professionisti, ma era soprattutto l’aria che si respirava quel 21 novembre nella tensostruttura realizzata ad hoc a colpire: densa di aspettativa ma anche carica di energia e voglia di fare. E subito i numeri dell’Assessore Maran hanno dato soddisfazione: il Comune intende mettere a dimora quasi 40mila nuove piante di cui oltre 12mila saranno alberi.
Insomma in fatto di piante si parla di grandi numeri, proprio in quella Milano che a Porta Nuova sposa grattacieli tutti vetro e metallo con un immenso parco ai loro piedi che, firmato da Piet Oudolf, paesaggista olandese di assoluta fama, avrà il sapore del verde contemporaneo – con estensioni di piante erbacee, le soste nelle “radure” della Biblioteca degli Alberi e efficienti viali a fare da snodo – non quello dei giardinetti sotto casa. E il verde, spiega Maran alla sala gremita, non sarà solo “per terra” ma anche in alto, tra tetti, coperture e terrazzi, nella versione pensile: alberi e piante potrebbero rivestire una superficie totale di 13 milioni di metri quadrati. E poi parchi, parchi e ancora parchi. Ve la immaginate una Milano così? Ne verrebbe di sicuro fuori una città bella come mai prima e, soprattutto, incredibilmente piacevole da vivere.
Alle parole di Maran si aggiungono le riflessioni dell’Architetto Boeri su quanto sia urgente trasformare la città adattandola alle nuove esigenze umane ed ambientali, contrastando inquinamento e cambiamento climatico e favorendo la biodiversità tramite la creazione di vere e proprie foreste urbane. Ma non è importante solo far numero: sottolinea Francesco Ferrini, preside della Scuola di Agraria toscana, che occorre sì piantare alberi, ma secondo un progetto che tiene conto di specie e spazi, coniugando quindi le scelte per il verde con l’urbanistica ancora prima di costruire o di piantare.
E nei discorsi dei relatori emerge l’esigenza di usare il verde anche fuori dalle città per tamponare l’invadenza delle autostrade, l’impudenza arida del costruito. Ma emerge anche che abbiamo ancora molto da imparare: Nada Forbici, presidente di Assofloro, e Laura Gatti, anima “paesaggistica” del Bosco Verticale, lo confermano: gli alberi in città rischiano continuamente la vita a causa di potature insensate. Vengono sfigurati e abbruttiti smettendo così di fare quello che sanno fare meglio: ripulire l’aria che respiriamo. Interventi errati che non possono più essere tollerati in una metropoli che aspira a diventare capitale del verde.
In attesa che il Regolamento del Verde venga finalmente sdoganato in tutte le città italiane (Milano in primis), tutti gli attori presenti nella sala degli Stati Generali sono apparsi ben consapevoli che piante e alberi rappresentano una grande occasione di crescita, ambientale, economica e sociale. Il Belpaese saprà coglierla?