Falso Indaco: il fiore alieno che piace tanto alle api italiane

Impossibile non notarlo: le lunghe spighe porpora del Falso Indaco si vedono a gran distanza. E questo se vale per noi umani, funziona ancora meglio per le api. Ecco perché molti proprietari di arnie artificiali di recente stanno utilizzando questo arbusto che proviene dal Nord America e che si è naturalizzato così bene nel Belpaese, per far felici le loro api. Bottinando le piante di Amorfa (Amorpha fruticosa), le api producono un miele molto pregiato, dalla tipica colorazione aranciata e dal gusto zuccherino con inaspettati accenti fruttati.

L’arbusto di Falso Indaco in effetti ha tanti pregi: cresce praticamente allo stato selvatico (dato che spaventa i paladini dell’autoctonia), senza cure, spesso negli incolti o lungo le ripe dei fiumi in campagna. E tra la primavera e l’estate, esplode la fioritura come un fuoco d’artificio, con le spighe fitte di fiori scuri da cui spuntano lunghi stami carichi di polline giallo-arancio.

Lo spettacolo floreale si realizza proprio dopo quello, candido, dei grappoli di fiori prodotti dagli alberi di Robinia, altra “aliena” a cui assomiglia peraltro parecchio in giovane età. Questa successione è preziosa per le api, che possono passare dalla prima alla seconda specie, arricchendo il loro miele.

Altri pregi? Dal Falso Indaco si estrae un colorante blu (come indica il nome) e l’arbusto, come tutte le leguminose, rende più fertile il terreno in cui cresce grazie alla sua capacità di fissare l’azoto atmosferico. Intanto però a noi piace soprattutto per quel lucente miele delicato che pare sappia di …gommose alla frutta.