Luppolo Made in Italy: richiesta in aumento per “l’aroma” della birra

Luppoleto Malesta, mezzo ettaro e, per ora, un migliaio di piante. Nasce a Sant’Angelo in Pontano (Macerata) una coltivazione da reddito, un campo dove cresce la pianta rampicante i cui fiori costituiscono l’ingrediente principale della bevanda estiva per eccellenza, la birra. Perché? L’idea è produrre luppolo Made in Italy, ora che la richiesta è in crescita anche grazie al fenomeno delle birre artigianali. 

Già, perché c’è luppolo e luppolo. A seconda di clima e condizioni ambientali, il luppolo attribuisce “sapori”, profumi e intensità differenti alla birra. E molto spesso, in carenza del prodotto interno, il luppolo viene spesso acquistato all’estero, con aggravio di costi per i produttori delle amate “bionde” e “rosse”.

La tendenza a ricercare il chilometro zero poi, spinge a produrre in loco tutti gli ingredienti necessari per la produzione. Giusanna Di Masi, 37 anni, imprenditrice agricola ha così deciso di investire in questa idea (il sito Bianco Lavoro ne ipotizza i guadagni), piantando nel paesino il primo luppoleto della provincia di Macerata. Nelle Marche infatti ci sono ben 70 microbirrifici che producono birre particolari: utilizzano orzo prodotto in loco ma non trovano il luppolo nella quantità necessaria, sebbene in Italia la pianta di luppolo sia comune. Anche al nord è facile vedere questa liana perenne caduca avvolgersi intorno a recinzioni e pali in zone incolte.

Per la birra occorrono i cosiddetti “coni”, i fiori verdognoli dell’Humulus lupulus prodotti solo dalla pianta femmina, a cui abbinare piante maschio per l’impollinazione dei fiori. Oltre al sapore amaro, al profumo e all’aroma, il luppolo nella birra è importante per la conservazione della bevanda quale naturale antisettico, e contribuisce a renderla limpida e a dare volume alla schiuma.

Piantare il luppolo non è difficile, occorre solo dargli i sostegni di cui necessita. Come specie non ha grandi necessità: è una pianta che, se ben irrigata, resiste bene al caldo e al gelo: si sviluppa velocemente e può essere produttiva già a partire dal terzo anno di crescita. Ogni pianta produce circa 1 Kg di fiori essiccati: per 1000 litri di birra servono tra 2 e 10 chilogrammi di luppolo secco a seconda del tipo di birra da realizzare.

“Ciò che viene importato – spiega la Di Masi – non sempre è di prima scelta. Invece siamo riusciti a far attecchire qui da noi piante americane che hanno dimostrato di gradire molto il nostro terroir che conferisce loro note speziate e agrumate proprie del Mediterraneo”.