Caldo soffocante che al nord Italia non dà tregua. E non vale solo per gli umani. Secondo Coldiretti, gli alveari soffrono le alte temperature: le api nelle arnie sono impegnate giorno e notte in un’incessante attività per mantenere ventilato l’ambiente. Con queste condizioni, gli insetti si affaticano di più e producono di meno. Sulla base di un primo monitoraggio sul territorio regionale, Coldiretti stima un calo medio nella produzione di miele italiano di circa il 50% rispetto a un’annata normale.
Temperature alte anche in montagna: “le api stanno facendo fatica – conferma Maria Soldavini, apicoltrice di Lonate Pozzolo (Varese) – e che faccia davvero caldo lo vediamo dal fatto che alla sera e nelle prime ore del mattino i nostri insetti fanno la cosiddetta “barba” all’alveare: in molti stanno all’esterno della loro casa per evitare che dentro l’ambiente si surriscaldi troppo“.
Secondo Coldiretti, il caldo record sta condizionando il lavoro delle api sia nella gestione degli alveari sia nella raccolta del nettare con problemi sulle principali varietà di miele: dal castagno al tiglio, dal girasole al millefiori, dal coriandolo all’acacia, dall’arancio alla melata.
In Italia esistono più di 50 varietà di miele (tra cui anche quello prodotto da api che “pascolano” piante aromatiche come lavanda, timo e rosmarino) di cui 3 DOP: il miele della Lunigiana DOP, il miele delle Dolomiti Bellunesi DOP e il miele Varesino DOP. La scarsità di prodotto Made in Italy sugli scaffali fa temere il ricorso a miele estero (Ungheria, Romania, Polonia e Cina): di fatto già nel primo quadrimestre del 2018 le importazioni di miele hanno fatto segnare un vero e proprio boom del +32% per un totale di oltre 9,4 milioni di chili. Per dare una mano alle api del Belpaese, Coldiretti esorta a leggere sempre l’etichetta, controllando prima dell’acquisto che si tratti di miele raccolto su territorio nazionale.