Per la stragrande maggioranza, erano boschi coltivati e pure certificati come sostenibili, quelli che abbiamo visto schiantarsi al suolo come birilli sotto raffiche di vento che hanno soffiato – dati del Congresso nazionale di Selvicoltura che si sta tenendo in questi giorni a Torino – in media a 160km/h, con incredibili picchi di 195km/h, insieme a piogge torrenziali. Secondo le stime di Coldiretti e Federforeste, la perturbazione nel complesso ci è costata una perdita astronomica: abbiamo 14 milioni di alberi in meno. Si poteva fare qualcosa per evitare questa catastrofe? Come mai è successo? La risposta di Antonio Brunori, esperto di boschi e foreste e segretario generale di PEFC (ente di normazione forestale), è scevra da dubbi: date le condizioni, l’ecatombe è stata inevitabile.
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