Come gli adolescenti incidono di nascosto cuori e nomi sugli alberi, così hanno fatto alla Biblioteca comunale di Palermo. Peccato che non si tratta di una ragazzata: date e nomi incisi su tronchi e rami vivi nel plesso di Casa Professa sono addirittura quelli delle vittime di mafia, con date e luoghi di omicidi e stragi. Scritte considerate dai rappresentanti delle istituzioni una vera e propria opera d’arte, dal titolo “Genealogia di Damnatio Memoriae, Palermo 1947-1992”, inaugurata alla presenza del sindaco e di importanti personalità del mondo della politica, della magistratura e della cultura. Rappresenterebbe, quest’opera, la celebrazione di un connubio tra cultura e natura. Peccato che sarebbe forse il caso di chiedere alla natura cosa ne pensa: il parere degli esperti di alberi più che di arte, in effetti, indica sfregio… Continua a leggere