Fanno un grande sforzo, le nuove piazze realizzate in città negli ultimi anni: cercano di fondere l’estetica moderna, composta da linee semplici, con servizi e utilità per il cittadino, che in questi spazi dovrebbe essere intrattenuto. La nuova piazza sensoriale davanti al Monumentale, da poco inaugurata, è proprio così. Peccato però che il verde, in queste piazze, faccia da semplice cornice: 2 righe di prato, un paio di alberelli e poco più. Al contrario, grazie a scelte botaniche più variegate, lo spazio verde potrebbe offrire qualità come profumo, tessiture e colore, con il vantaggio di non aver bisogno di alcuna “ricarica” nel tempo…
Splendida la fontana con veloci getti d’acqua spinti verso l’alto, con i suoi giochi liquidi che potresti rimanere a guardare per ore, e intrigante l’arpa in perfetto stile contemporaneo, della quale pizzicare per gioco le lucide corde d’acciaio. Ma invece delle sottili colonnine odorose (alzando i coperchi a campana, puoi annusare diversi aromi), che di sicuro necessiteranno di essere ricaricate, sarebbe bastato mettere a dimora piante profumate o in grado per loro natura di stimolare i nostri sensi, aggiungendo solo qualche metro di tubo all’impianto di irrigazione. Con dei cartellini di spiegazione, avrebbero sicuramente intrigato la curiosità dei cittadini.
Tra le “attrazioni” inserite nella piazza, interessanti e sicuramente stilose, una selezione di specie vegetali a bassa manutenzione avrebbe sicuramente permesso un look meno severo, e offerto più rigoglio alla nuova piazza, che ora appare piuttosto nuda con i suoi magri ciliegi innestati, siepi ed eterni Cotoneaster, qualche sparuta Abelia e 2 o 3 roselline paesaggistiche qui e lì.
Perché invece non popolare spazi verdi urbani come questi con specie che mantengono le foglie anche d’inverno e possono alternarsi nell’offrire copiose fioriture durante la bella stagione?
Per esempio creando filari di gioiosi cespugli di salvie da fiore (Salvia greggii, Salvia jamensis, Salvia microphylla) semisempreverdi che offrono piccole corolle tutta l’estate, e darebbero colore per molti anni senza richiedere quasi cure, alternate ad aromatici cespugli verde-argento di Elicriso (Helichrysum italicum) al profumo di liquirizia con ai piedi basse piantine di Stachys (Stachys lanata), detta “orecchie d’agnello” per la consistenza soffice delle sue foglie che sembrano rivestite di pelliccia che farebbero strillare di sorpresa i bimbi. Alle spalle, esposta al pieno sole, Phlomis (P. fruticosa) in grandi esemplari, con le sue fioriture giallo sole e le foglie setose.
E poi macchie di profumato Arancio messicano (Choisya ternata), giocando con le colorazioni e le forme dei fogliami (aureo come la varietà ‘Sundance’, oppure a foglie strette, come Choisya ‘Aztec Pearl’), intriganti Loropetalum dalle tinte porpora (‘Fire Dance’, ‘Purple Diamond’), coriacei cespugli di Escallonia dalle corolle rosate che attirano le farfalle, Carex dall’elegante chioma ordinata in mille varietà, ed Ellebori, le “rose della neve” che coprirebbero il suolo laddove il sole non colpisce troppo forte, vestendo la base dei muri… Tutte specie perenni, di taglia contenuta, dalle radici non invadenti, resistenti al gelo, che possono vivere felici anche nei terreni a spessore ridotto, quelli che ospitano box sotto la superficie.
Inoltre il riscaldamento del clima permette ora di utilizzare anche a Milano specie come il Corbezzolo (Arbutus unedo), con fiori e bacche colorate ad ornare contemporaneamente l’arbusto. Si potrebbe persino azzardare, nella zona più riparata dai palazzi, la messa a dimora della Mimosa, che riempie gli occhi con il suo precoce spettacolo floreale ad ogni nuova stagione.
Altra idea, usare diversamente piante a basso costo ben note, come il tradizionale Lauroceraso delle siepi che, se lasciato crescere liberamente, diventa un robustissimo albero sempreverde. In alternativa, da valutare i meli ornamentali (Malus ‘Red Sentinel’, ‘Evereste’, ‘Golden Hornet‘), caduchi sì, ma preziosi perché, alla fioritura, abbinano la produzione di meline decorative in autunno, che permangono a lungo sull’albero nei mesi freddi. Specie vegetali che regalerebbero indubbio fascino al grigio inverno milanese.
E ancora e ancora ce ne sarebbero, di specie e varietà adatte, di cui parlare, in cambio giusto di un paio di interventi l’anno. Bella la nuova piazza, eh? Ma la natura offre tanto di più di prato e ciliegi dall’effimera fioritura primaverile, anche per gli spazi verdi di una città.