Ieri sono andata al garden e di fronte a me, alla cassa, ecco un papà amorevole accompagnato dalla figlia. Stava acquistando quello che senz’altro era il primo acquario di casa: vasca d’ordinanza da 50 litri con i suoi accessori e.. un bel mucchio di piantine finte. Carine, colorate e decorative, di fatto le piante di plastica sembrano l’ideale da inserire nel primo acquario che abbiamo deciso di prendere per casa, magari per far felici i bimbi. I piccoli, pensiamo, si incanteranno di certo a vedere i pesci nuotare tra quelle belle fronde… e le mani di genitori solerti corrono a metterle nel carrello. Ottimo acquisto, dunque? A dire il vero proprio… no.
La pianta di plastica è totalmente inutile per l’ecosistema dell’acquario d’acqua dolce. Nel più comune dei casi, i pezzetti di plastica colorata da cui è composta si copriranno presto di alghe scure, che la renderanno molto meno affascinante. Ma soprattutto il finto vegetale non svolgerà nessuna delle fondamentali funzioni biologiche che le piante vive svolgono all’interno del micromondo che stiamo creando in casa. Non ci saranno di nessun aiuto nel combattere il proliferare delle alghe, peraltro. E in aggiunta, se l’idea è creare un pezzetto di natura da far scoprire ai bimbi, sarà anche assolutamente diseducativa…
La pianta di plastica è l’antitesi dell’acquario d’acqua dolce se viene scelta al posto di una pianta viva. Svela la profonda ignoranza dei meccanismi biologici che in teoria vorremmo riprodurre tra i nostri quattro vetri. E trasmette un concetto errato ai bimbi, che la materia vivente possa essere trattata come un giocattolo, qualcosa per cui non occorre fare nessuna fatica perché la pianta di plastica, tanto, non muore mai. Non occorre amarla e prendersene cura, non va seguita, né nutrita, né osservata con particolare attenzione.
A questa pianta non bisogna dare la luce giusta, scegliere per lei la posizione ottimale, i valori corretti dell’acqua. Toglie la meraviglia, perché non si evolve mai. A livello più profondo, ammette senza problemi crudeltà e indifferenza. E con i suoi colori forti, spinge il gusto estetico (che si forma da piccoli) dei giovani nella direzione dell’artificio. E’ una decorazione vuota e fuori posto, in un contesto che dovrebbe invece, in fase di crescita, affinare la sensibilità verso la natura viva e l’ambiente reale.
Certo, non si pretende di ricreare un biotopo con tutti i crismi in ogni vasca casalinga. Molti biotopi non sono particolarmente decorativi. Il nostro acquario sarà comunque una simulazione “forzata” di un pezzetto di fiume, più ricca e popolata per essere all’altezza delle nostre aspettative e far bella figura in salotto. Ma l’aspirazione dovrebbe essere quella naturalistica, non quella in stile “Disney”, e la complessità dell’interazione tra gli esseri viventi dovrebbe essere il potente messaggio da trasmettere ai più piccoli.
Non sarà quindi uno scenario plasticoso il nostro obiettivo, ma la realizzazione nel tempo di un microcosmo in cui ogni essere vivente ha la sua precisa funzione che concorre alla creazione di un mirabile quanto delicato equilibrio, di cui noi umani decidiamo di farci custodi. Le piante vive muoiono subito, si dice. Beh sì, come tutti gli esseri viventi, il rischio esiste. L’antidoto? Informarsi, saper scegliere e sperimentare, addentrandosi – magari insieme ai piccoli – nell’entusiasmante chimica della vita, sapendo che l’elemento vegetale in un acquario è parte attiva e fondamentale del ciclo biologico, in primis di quello animale.