“Scusi, posso raccogliere una zucchina?” Non è la domanda di un rustico ragazzotto nel mezzo della campagna, tutt’altro. La pone invece una distinta signora in tailleur, tacchi e passeggino, nel bel mezzo del quartiere più “in” di Milano, Citylife. Eccola infatti avvicinarsi al solerte giardiniere, chiedendo di poter raccogliere di persona un ortaggio dai ricchi Orti (ingresso da via Berengario) nati nella Milano contemporanea dal look internazionale, tutta grattacieli scintillanti e spazi avveniristici. Una scena curiosa ma ormai di prassi, agli Orti Fioriti di Citylife, dove corolle ed erbe ornamentali si alternano a pomodori, melanzane e appunto, zucchine. E dove gli abitanti dei grandi palazzi possono venire a raccogliere verdura fresca gratuitamente, senza aver mai preso una zappa in mano. Ma come funzionano, questi orti? Fiori&Foglie ne ha parlato con Paolo Stella, responsabile della Cooperativa del Sole di Corbetta, che ha in gestione l’area ideata dall’architetto paesaggista Filippo Pizzoni.
Gli Orti Fioriti, ci spiega Stella, sono nati 5 anni fa da una visione “illuminata” di Citylife, ente che ha avuto la lungimiranza di creare, e continuare a credere nel corso del tempo in un progetto, realizzato in collaborazione con Orticola di Lombardia, praticamente unico, che ha destinato agli Orti non il solito spezzettato rimasuglio di suolo avanzato, ma un terreno edificabile perfettamente integrato nel parco del nuovo quartiere, affiancato dal GUD, con i suoi tavolini, locale apprezzato per gli aperitivi modaioli.
Ideato come provvisorio e di dimensioni contenute, il neonato Orto ha però da subito dimostrato un forte potere attrattivo sugli abitanti ed è diventato una caratteristica distintiva – e molto apprezzata, della zona. Questo ha spinto la Proprietà ad aumentarne la superficie e a destinare un corposo capitolo di spesa alla loro manutenzione, mettendo al primo posto la competenza dei professionisti.
Oltre a Paolo stesso, ci lavorano con grande passione ogni mattina, fino ad ora di pranzo (con apertura al pubblico), 2 giardinieri provenienti dalla Scuola Agraria di Monza (è possibile seguire su Instagram il Giardiniere degli Orti). Si aggiunge l’organizzazione in loco di corsi, laboratori, eventi gratuiti e l’info point.
Paolo Stella ci mostra orgoglioso le aiuole ricche di forme e colori, come un pittore a cui Madre Natura ha generosamente donato tutti i pennelli in una volta, descrivendo le accurate scelte portate avanti in campo orticolo:
– la semina di Festuca arundinacea per lasciare i percorsi inerbiti, senza pavimentazione: grazie al taglio settimanale alto, è diventata un soffice tappeto verde smeraldo piacevolissimo da percorrere, resistente all’usura anche grazie a griglie salvaprato, e senza preoccupazione per l’ingiallimento invernale grazie alla chiusura degli Orti da novembre a marzo;
– l’accostamento di fiori e ortaggi, da calibrare ogni anno, verificando i reciproci ingombri e la funzionalità degli abbinamenti, volti a mantenere sempre fiorite le prode;
– l’utilizzo di forte biodiversità come contrasto a malattie e parassiti (viene impiegato solo verderame e altri principi attivi consentiti in agricoltura biologica) e la scelta di varietà antiche;
– la coltivazione di piante da frutto a spalliera, dalla tipica forma “a candelabro”, in grado di produrre, grazie ad oculate potature, occupando il minimo spazio;
– la coltivazione di piante edibili insolite come la Canna indica o Canna da fiore (se ne consuma il rizoma) nelle parti meno adatte agli ortaggi tradizionali perché rese umide e ombreggiate dalle Residenze Hadid;
– la scelta di piantare specie particolari come il Ricino, per ampliare le conoscenze del pubblico su specie vegetali particolarmente scenografiche (e magari utilizzarne un domani i principi attivi contro funghi e parassiti);
– la scelta di scerbare a mano e di lasciare andare a fiore i carciofi per poterli ammirare;
– la scelta di evitare siepi formali, privilegiando ortensie e altri arbusti, per contenere i tagli e quindi i costi di manutenzione.
Certo, ci spiega l’esperto, non si tratta di un impegno da poco: la superficie di 3mila metri quadri (tra i più grandi orti recintati di Milano) è già garanzia di molto lavoro, sottolinea Stella, ma in più va calcolato il continuo sforzo per rendere decorativa ogni proda e ogni angolo verde per tutta la bella stagione a partire dalla riapertura, il primo giorno di primavera, fino ad autunno inoltrato.
Questo richiede un’accurata gestione delle specie vegetali, con una continua rotazione che interviene quando terminano il loro momento di maggiore produttività: tutto ciò, in realtà, ne fa un Orto dalla spiccata vocazione dimostrativa – più simile ad un Giardino Botanico, tutti i giorni aperto al pubblico, che ad una coltivazione di ortaggi. Alla “popolazione vegetale” di recente si sono unite 3 attivissime galline (tra cui Amanda, la più “fashion”) e una pletora di minilepri (silvilago) senza invito…
Quello che gli Orti Fioriti producono, nelle loro prode inclinate a 45°, viene poi offerto gratuitamente agli abitanti di Citylife: basta chiedere al personale, che mostra man mano le disponibilità delle verdure fresche al momento, indicando cosa e quanto raccogliere, al fine di assicurare che rimangano ortaggi di stagione per tutti. Anche se, alla fine, il frutto che regala più gusto a chi ci lavora è l’insolita curiosità e l’entusiasmo di una gentile signora di città in tailleur, tacchi e passeggino.