Nuova Milano: il ponte diventa serra e il Pirellino raddoppia

La trasformazione dello skyline di Milano non conosce sosta e reagisce alla crisi del Covid con un altro pezzo di città che si rinnova grazie al Concorso internazionale di riqualificazione urbana avente per oggetto il cosiddetto “Pirellino”, il palazzo Pirelli 39 a Porta Nuova, in disuso ormai da 5 anni dopo la dismissione e la messa in vendita da parte del Comune. Dai rendering di Diller Scofidio + Renfro (USA) e Stefano Boeri Architetti (IT) – gli studi che si sono aggiudicati la vittoria, oltre alla remise en forme dell’edificio, emerge una trasformazione completa della datata struttura a ponte, che si alleggerisce nelle scenografiche vetrate sagomate a vela di una verdissima serra-laboratorio, “greenhouse della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali”, oltre a prevedere la nascita nell’area di un nuovo grattacielo in stile “Bosco Verticale”.

Verde protagonista, dunque, neanche a dirlo l’impronta distintiva dei progetti di Boeri. Insieme al Pirellino, di cui urge una bonifica ambientale e sociale, il Concorso indetto da Coima e Comune di Milano, a cui hanno preso parte 70 raggruppamenti con 359 studi di architettura, landscape/urban design e ingegneria in rappresentanza di 15 Paesi, ha previsto la connessione dell’area con la Biblioteca degli Alberi e la trasformazione di quella massiccia struttura a ponte che non ha mai entusiasmato i milanesi. Tutti elementi destinati ad un utilizzo misto di spazi pubblici-residenziale-terziario che troveranno una nuova vita nei prossimi anni.

        

Secondo il progetto vincente, l’inedito edificio accanto al Pirellino rinnovato ospiterà 1.700 mq di vegetazione che avranno il compito di assorbire 14 tonnellate di Co2 e produrre 9 tonnellate di ossigeno all’anno, pari all’effetto di un bosco di 10 mila metri quadrati. Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici la nuova torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico. L’edificio prevede parti strutturali in legno, tra cui 1.800 metri cubi di legno dei pavimenti, che consentiranno di risparmiare fino a 3.600 tonnellate di biossido di carbonio nelle fasi di costruzione. L’appeal iconico sarà garantito dal variare della colorazione dei fogliami al progressivo mutare delle stagioni.

L’opera di riqualificazione urbana richiederà investimenti di oltre 300 milioni di euro e l’impiego tra progettazione, realizzazione e indotto di 5mila lavoratori.