C’è un giorno in cui, osservando con insolita attenzione un angolo del giardino o di un parco, notiamo tra le foglie a forma di cuore un fiorellino: la prima viola è sempre un’emozione, una piccola ma importante scoperta che la primavera sta arrivando. E’ la viola mammola (V. odorata), solo una delle molte specie e varietà che possiamo coltivare facilmente sul balcone di casa o su un semplice davanzale, e che possiamo introdurre persino in cucina. E alcuni di questi piccoli fiori si portano dietro una storia affascinante tutta “made in Italy”. Ecco a proposito il racconto degli esperti dei garden Viridea!
Storie romantiche per un fiore italiano
Viola odorata, che conosciamo con il nome gentile di viola mammola, è presente nella flora selvatica italiana anche in numerose altre specie, alcune molto rare. È legata a molte storie romantiche e curiose, come quella che riguarda la celebre violetta di Udine ‘Flore Pleno’ a fiore doppio, varietà creata a inizio ‘900: era all’epoca una chicca per collezionisti pazienti come il Conte Filippo Savorgnàn di Brazzà, un gentiluomo appassionato di viole che la fece conoscere in Italia nel 1903. Si dice che il Conte avesse incaricato il suo giardiniere di porre dei gusci d’uova su ogni fiore, per ripararlo dalle gelate!
Anche la violetta di Parma è altrettanto famosa grazie alla passione della Duchessa Maria Luigia, studiosa e appassionata di botanica, che si innamorò di questi fiorellini profumatissimi al punto da incoraggiare i Frati del Convento dell’Annunciata a cercare di ottenere un profumo che avesse quell’emozione di dolcezza primaverile. Il profumo divenne celebre e ancora oggi è un’eccellenza legata alla bella città di Parma. Viola odorata ‘Maria Luigia’, dedicata alla Duchessa, è una delle varietà più profumate.
Un piacere effimero ma indispensabile
Come tante altre gioie vegetali di primavera, la stagione delle viole mammole è breve: sono facili da coltivare in vaso e in giardino, ma in aprile concludono la loro stagione ed entrano in riposo per rifiorire l’anno successivo. Capaci di fiorire persino nelle crepe dei marciapiedi in città, le violette mammole, infatti, non tollerano il caldo e hanno bisogno di elevata umidità. Ma se trovano il posto giusto, per esempio ai piedi di arbusti che in estate creano ombra sul terreno, possono rifiorire per molti anni; si diffondono a volte con energia, al punto da diventare infestanti nelle aiuole e nel manto erboso, ma sono talmente graziose che diventa davvero difficile rinunciare alla loro presenza. A volte le foglie scompaiono per riapparire da settembre in poi; i boccioli si fanno strada riparati dalle foglie per aprirsi in febbraio, annuncio della nuova vita.
La viola del pensiero, una certezza di lunga durata
Basta un raggio di sole ad accendere l’energia delle viole del pensiero, strette parenti delle viole selvatiche ma nate da decenni di incroci ed ibridazioni. Sono piante di grande resistenza, si utilizzano in vaso e in giardino dall’autunno in poi e spesso sopravvivono all’inverno se piantate in autunno: solo i caldi intensi porranno fine al loro ciclo di vita. Si tratta di varietà ibride e incroci di Viola cornuta e Viola tricolor, anch’esse specie spontanee in Italia. Le viole del pensiero danno il meglio anche se piantate molto fitte fra loro, per ottenere un effetto “tappeto fiorito” in vaso e in aiuola.
La viola nera, una curiosità
La viola del pensiero con petali scurissimi, quasi neri, è una delle varietà più affascinanti, anche perché è raro trovare questa profondità di colore in altri fiori. Il colore nero è presente in alcune varietà come la spettacolare ‘Black Magic’, dai petali vellutati.
Le viole in cucina e per il benessere
Sia le violette selvatiche intensamente profumate che le viole del pensiero, se coltivate con metodi bio, sono utilizzabili in cucina. Le viole del pensiero possono insaporire e decorare le insalate miste accompagnandosi bene a lattughe, radicchi e altri fiori come le primule selvatiche, le pratoline e i nasturzi. Le violette selvatiche hanno un sapore più accentuato e possono essere utilizzate anche per preparare un gelato dal sapore assolutamente unico.
Inoltre, le viole sono impiegate in erboristeria cosmetica oltre che per la produzione di profumi: l’estratto di viola ha, tra le altre virtù, una spiccata un’azione depurativa e antinfiammatoria sulla pelle.
Coltivare le viole: il consiglio di Viridea – www.viridea.it
- I semi di viola sono disponibili in varie tipologie; le violette profumate si possono seminare in autunno per trovarle fiorite in primavera. Ma le piantine pronte da acquistare sono una risorsa importante per chi ha poca pazienza e ha un urgente bisogno di primavera sotto gli occhi: la scelta è molto ampia in fatto di colori e tipologie.
- Ciotole e cassette aspettano le viole: per ottenere il meglio è bene stendere uno strato di biglie d’argilla sul fondo e utilizzare un terriccio per piante da fiore.
- Per la nutrizione occorre un concime per piante da fiore, inizialmente da fine inverno ogni 12-15 giorni. Se i vasi vengono spostati in ombra fresca e umida in aprile, le viole del pensiero, concimate ogni 8 giorni, continuano a produrre fiori fino a giugno.
- Regalare un vasetto di viole significa esprimere amore: secondo un’antica leggenda, una freccia del dio romano dell’amore, Cupido (Eros per i Greci) cadde su questo fiore a indicarlo come messaggero di passione, rispetto e affetto. Ecco perché un vaso di viole rimane un dono ideale per San Valentino, la Festa della Donna e qualunque altro giorno in cui si voglia dimostrare amore a un partner, un familiare o un amico.
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