Si chiama (P)ortolano e questo mese è stato pubblicato il numero zero: un giornale-manuale tutto dedicato al mondo creativo e variegato (molto più di quel che si pensi) di chi coltiva da sé ortaggi e verdure. Il periodico a cadenza stagionale si propone come “una bacheca di dibattito e di informazione agricola, culinaria, culturale, sociale e artistica (…) strumento di confronto e di conoscenza che ha origine sotto i pergolati degli orti udinesi”. Insomma, un bollettino a libera partecipazione creato, non da un manipolo di coraggiosi pensionati come verrebbe da pensare ma, sorprendentemente, da un ufficio del Comune (Agenda 21).
L’idea è di quelle semplici che ci volevano: servirà per riportare esperienze, trucchi ed esperimenti di chi peperoni, pomodori, zucchine e tanto altro in un piccolo pezzetto di terra in affitto dal comune di Udine.
Perché crescere ortaggi genera una cultura: si inventano maniere nuove per aggirare le inevitabili difficoltà: poco spazio, insetti dannosi, varietà dimenticate. E lo si fa con mezzi poco costosi, spesso con accessori di fortuna, che non hanno come punto di forza l’estetica ma l’efficacia sì. Oppure si inventano strategie e trucchi per risparmiare acqua, per evitare i fertilizzanti. O si provano e si scoprono ricette vecchie e nuove con i prodotti freschissimi appena colti. Un sapere prezioso che si perde quando l’ortista lascia ad altri il suo Eden vegetale.
Tutta questa esperienza ora ha delle pagine in cui raccontarsi, in cui si troveranno anche le notizie sui nuovi orti che stanno nascendo in tutta la città. Poche pagine da leggere anche comodamente online, in modo che il “virus” si diffonda sempre più. Perché l’orto contagia, e molto in fretta…
Complimenti e benvenuto, Portolano!