Scoperto l’ulivo rarissimo che cresce solo in prigione

Ci sono alberi che sono nati in prigionia. E nel caso dell’ulivo di cui vi parlo, la prigione è stata il carcere così come l’isolamento di un lembo di terra circondato dal mare. Lontana dalla costa toscana, ma parte del suo parco naturale, l’isola di Gorgona ha sviluppato una sua flora tutta particolare, dando origine ad una specie di ulivo del tutto speciale e unica, scoperta solo recentissimamente e battezzata ‘La Bianca di Gorgona’. La cosa curiosa è che in realtà gli ulivi di questa ristrettissima specie, che conta una ventina di esemplari in tutto, sono piante centenarie, ma hanno ricevuto un nome solo nel luglio del 2012, con la registrazione al Repertorio Regionale delle risorse genetiche autoctone toscane.

ULIVI UNICI
La scoperta dell’unicità della ‘Bianca’ si deve all’agronomo del carcere che ha sede dal 1869 sull’isola: Francesco Presti ha notato i grandi alberi e, analizzando con l’aiuto del Cnr il loro patrimonio genetico, si è reso conto che questi particolari ulivi avevano un dna diverso da quello degli ulivi della terraferma, grazie all’isolamento in cui per secoli sono vissuti adattandosi alle condizioni ambientali di Gorgona. Del resto il terreno in cui sono nati era “fertile” già di suo: l’isola di Gorgona è un esempio storico di carcere agricolo, ovvero di un istituto di reclusione che basa il recupero personale e professionale dei suoi detenuti sul duro lavoro della terra.

L’OLIO DEL CARCERE
Solo una inutile curiosità botanica, allora? No, Presti ne è convinto: le attività che possono essere avviate sulla base di un albero di olive a rischio di estinzione ma dalle qualità speciali potrebbero assicurare un introito fisso al penitenziario. Ai detenuti potrà essere affidata la coltivazione di nuove piantine di Bianca di Gorgona, che saranno destinate a produrre in futuro un prodotto davvero particolare, l’olio del carcere, nato letteralmente dietro le sbarre, anche se fatte d’aria.