Living Waters: la rinascita del lago morto e della sua felce

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In pochi lo sanno ma in Italia abbiamo una case history ambientale e turistica di grande successo che può insegnare molto: è la bonifica del Lago d’Orta, trasformato, nel giro di pochi anni, da bacino di scarichi industriali a polo turistico super attrattivo nel nord Italia. Nei prossimi giorni, e precisamente questo 18 settembre a Pettenasco (No) si terrà la conferenza “Living Waters”, dedicata proprio ai 25 anni di bonifica del Lago d’Orta. Il lago è stato per decenni una pozza senza vita: a causa dell’inquinamento da metalli, l’acidità dell’acqua aveva raggiunto un punto tale da renderla velenosa per la maggior parte dei suoi abitanti vegetali e animali. Tra i tanti ospiti una piccola felce acquatica piuttosto rara, la Calamaria setacea, era scomparsa dai fondali e addirittura una cascata formata dalle acque del lago cambiava colore al ritmo degli scarichi sversati…

A partire dalla fine degli anni ’90 venne intrappreso un intervento di bonifica (Liming) per riportare alla vita il lago: la situazione del Lago d’Orta è migliorata al punto tale da renderlo ad oggi uno dei laghi più puliti e fruibili d’Europa, capace di attrarre sulle sue sponde ricche di vita migliaia di visitatori (qui il video che spiega l’impresa). Ma come è potuto accadere? Grazie a tante persone che hanno unito forze e conoscenze: quasi un miracolo in questa Italia degli eterni litigi. L’intervento principe, frutto di una singolare sinergia tra ricercatori, autorità e abitanti del luogo, ha previsto la distribuzione sulla superficie del lago di ingenti quantità di carbonato di calcio, in grado di contrastare le acque troppo acide.

calamariaCALAMARIA, FELCE ACQUATICA RITROVATA
Il lago d’Orta, insieme al lago Maggiore e a pochi altri laghetti alpini piemontesi e lombardi, ospita nei suoi fondali, dai 0,5 ai 2 metri di profondità, una piccola e poco appariscente felce acquatica il cui nome scientifico è Isoëtes echinospora. Il nome deriva dal greco isos (uguale) e etos (anno) in riferimento all’aspetto verde che assume durante tutto l’anno. Il nome italiano è Calamaria setacea.  Le foglie di 5-10 cm si presentano morbide ed arcuate, di color verde chiaro, nascenti da un fusto interrato molto corto formante una sorta di bulbo. La Calamaria potrebbe essere sopravvissuta alla “morte” del lago grazie alle spore conservate nei sedimenti, rimaste quiescenti finché non si sono ripresentate le condizioni ecologiche favorevoli.

IL CONVEGNO “LIVING WATERS” E LA CROCIERA
L’incontro del 18 settembre, gratuito e aperto al pubblico, organizzato dall’Ecomuseo Lago d’Orta e Mottarone, prevede al mattino contributi di relatori di fama internazionale, dedicati al valore dell’intervento di bonifica e alle nuove prospettive da raggiungere. Nel pomeriggio si terrà poi una crociera sul lago, per osservare direttamente i luoghi coinvolti nelle azioni di recupero e le possibili nuove salvaguardie.

Perché la rinascita di un lago è importante?
Perché la lunga storia di morte e resurrezione del Lago d’Orta può fare da esempio per aree con problematiche analoghe, trasformando un serio problema del Belpaese in una risorsa naturalistica ed economica e dando vita, con la collaborazione tra enti pubblici, istituzioni culturali e scientifiche, aziende e residenti, ad un vero “laboratorio di sostenibilità”. Insomma, “guarire” l’Italia, pezzettino per pezzettino, è possibile.

Altre info su www.lagodorta.net