Umidità, piogge e clima fresco: il mix perfetto per favorire la crescita rigogliosa dei tuberi di tartufo, uno dei tanti doni – oltre ad ossigeno, ombra e biodiversità – che ci fanno gli alberi. L’autunno 2018, comunica la Coldiretti, ha favorito la raccolta di una maggior quantità di tartufi bianchi e questa disponibilità li ha resi più convenienti: in queste settimane si possono trovare facilmente ad un prezzo inferiore del 30% (250 euro all’etto per pezzature medie attorno ai 20 grammi) come indica il borsino del tartufo di Alba online, punto di riferimento a livello nazionale.
Si stima che ci siano circa 200mila raccoglitori ufficiali di tartufo (attività antichissima, praticata sin dai tempi dei Sumeri) che riforniscono negozi e ristoranti e alimentano un business che, comprensivo di indotto, sviluppa un valore di circa mezzo miliardo di euro tra fresco, conservato o trasformato. E il prezzo del tartufo può raggiungere prezzi astronomici per le pezzature più grandi, come è accaduto per l’esemplare dal peso di 880 grammi all’asta mondiale del tartufo bianco di Alba, pagato 85mila euro da un giovane imprenditore di Hong Kong.
E’ quindi il momento giusto per acquistare a buon prezzo il profumato tubero a mostre, sagre e manifestazioni dedicate, ancora in corso lungo tutto lo stivale: questo tipo di eventi, consiglia Coldiretti, rappresenta un’ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni, magari gustandolo a crudo su cibi come la fonduta, i ‘tajarin’ al burro e i risotti.
UN DONO DEGLI ALBERI
A molti sfugge, ma è solo grazie ad una simbiosi con gli alberi – alcune specie in particolare – se, sulle nostre tavole, possiamo gustare il Tuber magnatum, prezioso frutto dell’autunno. Senza alberi, niente tartufi. Questo pregiato fungo, infatti, si nutre di acqua e sali minerali che assorbe dal terreno grazie ad una “collaborazione” con le radici dell’albero con cui vive – pino, leccio, sughera e quercia – di cui non può fare a meno e che influenza direttamente le sue caratteristiche di colorazione, sapore e profumo.
RACCOLTA CERTIFICATA
Per preservare il territorio, lo sviluppo del tartufo italiano, e tutelare il consumatore, Coldiretti ricorda che da quest’anno la Direzione generale agricoltura dell’Unione europea ha confermato che i funghi e tartufi spontanei raccolti in natura debbano essere obbligatoriamente etichettati con il luogo di raccolta.