Stamattina, guardando dalla finestra, nel nord Italia è apparso il primo raggio di sole che annuncia finalmente il ritorno del sereno. Ma quasi tre settimane di pioggia intensa e continua hanno messo a dura prova il Belpaese, mettendo in ginocchio Matera, Venezia, il Polesine, la Puglia e molte altre parti d’Italia. A difesa dalle intemperanze del meteo, come misura essenziale della cura del territorio, occorre aumentare il numero di alberi e piante nelle città. A dirlo è il Consiglio Ordine Nazionale dei dottori Agronomi e dottori Forestali, che ricorda la capacità delle piante di intercettare, assorbire e gestire l’acqua nel pianeta grazie a 5 preziosi “superpoteri”…
Ecco dunque come funzionano i 5 “superpoteri” delle piante rispetto alle piogge intense:
1) fusti, le foglie e le radici aumentano l’irregolarità della superficie e la permeabilità del suolo, incrementando la capacità di infiltrazione;
2) le radici legano le particelle di suolo diminuendone la erodibilità e lo rinforzano;
3) le radici degli arbusti possono funzionare da “chiodi viventi” ancorando alla roccia sottostante, stabile, lo strato superiore instabile;
4) le foglie intercettano le precipitazioni e grazie all’assorbimento e all’evaporazione riducono la percentuale di pioggia che si infiltra nel suolo;
5) le piante estraggono l’umidità dal suolo e la disperdono nell’aria con l’evapotraspirazione, con una riduzione del contenuto idrico del suolo
Per il Conaf diventa dunque necessario prevedere una pianificazione territoriale di lungo periodo, a monte innanzitutto, poi nelle aree periurbane e in quelle urbane, che sia integrata da soluzioni di progettazione agroforestale, perché la cura del verde – sia urbano che extraurbano – è “portatrice di benefici misurabili”.
“Per anni – ha dichiarato la presidente Conaf Sabrina Diamanti – abbiamo mal gestito il territorio. Le rilevazioni dell’Ispra ci confermano che lo scorso anno nelle aree urbane ad alta densità abbiamo perso 24 mq per ogni ettaro di area verde, quasi la metà nelle aree urbane, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense. E gli effetti che misuriamo sono che in città circa il 75% dell’acqua piovana defluisce, attraverso la rete fognaria, direttamente ai fiumi a causa dell’impermeabilizzazione“. Secondo la presidente Conaf, “bisogna lavorare per rallentare la corsa dell’acqua da monte a valle, e per farlo serve un processo di pianificazione-progettazione-gestione del territorio. È evidente l’importanza di avviare al più presto politiche sostenibili che riducano gli effetti di degrado e di dissesto territoriale e che siano integrate a quelle del verde urbano“.