E’ di questi giorni la notizia che, per iniziativa del commissario delegato della Soprintendenza archeologica di Pompei Marcello Fiori, è partito il progetto (C)Ave Canem. In pratica, con collaborazione con le associazioni animaliste ci si è finalmente presi cura dei cani randagi che abitavano da sempre gli antichi scavi. Teoricamente gli animali si possono anche adottare ma, se si cerca in Rete il sito pubblicizzato sui media, i poveri randagi proprio non si trovano…
Ma partiamo dall’inizio. Il nome del progetto è stato ispirato dal mosaico presente sulla pavimentazione della casa del Poeta Tragico, dove è raffigurato un cane alla catena con la scritta “CAVE CANEM” ovvero “Attenti al cane”. Il minaccioso monito di avvertimento si trasforma così in un saluto amichevole al più grande amico dell’uomo. I cani delle rovine di Pompei sono stati nutriti, ripuliti, curati, vaccinati e dotati di microchip di riconoscimento. Sono anche state collocate cucce nei posti più frequentati dagli animali. Insomma, proprio una bella cosa, dopo tanti anni di abbandono. Fin qui la notizia.
Poi ci sarebbe anche la possibilità, promossa a gran voce sui tg e sui media, di adottare generosamente i randagi con qualche click sul sito web www.canidipompei.com ma in realtà da un veloce controllo il sito non risponde… Perché in effetti non è quello! L’indirizzo corretto è ICANIDIPOMPEI.COM quindi questo: www.icanidipompei.com E buone adozioni a tutti!