In principio era una serretta, piccola iniziativa di un detenuto pollice verde e di un agente di custodia. Ora è un orto vero e proprio, rigoglioso di zucchine, cetrioli e melanzane: ortaggi a volontà che crescono insolitamente dietro alle sbarre di un carcere, quello di Torre del Gallo, casa circondariale a Pavia. E i raccolti vanno all’esterno, persino con gruppi d’acquisto. I guadagni vengono reinvestiti nell’orto stesso, con il supporto della direzione del carcere. L’orto infatti viene considerato in questo contesto un’occupazione di tipo riabilitativo: prendersi cura in prima persona di qualcosa che cresce, giorno dopo giorno, dal seme al frutto, offre un incentivo alla speranza e alla voglia di ricominciare in chi vede spesso la propria vita come un fallimento senza fine. Continua a leggere
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La proposta: Milano più verde con l’aiuto dei detenuti
Impiegare i detenuti per migliorare l’ambiente urbano piantando alberi e arbusti. Questa la proposta del Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, che darebbe così seguito in scala più ampia al progetto messo in atto a Vanzago, Oasi del WWF, dove detenuti in permesso premio o autorizzati al servizio esterno hanno affiancato gli operatori del WWF nei lavori di sfalcio del sottobosco e nella manutenzione degli habitat dell’oasi in una “Giornata della restituzione” scattata a Ferragosto. I detenuti, un centinaio in tutto, provenivano in maggioranza dal carcere di Bollate (che ha da tempo in atto progetti di reinserimento lavorativo nel verde) ma alcuni anche dagli istituti di pena di Opera, Vigevano, Cremona e Monza. Continua a leggere
Fiori dietro le sbarre: quando il carcere diventa vivaio
Al carcere di Bollate è in corso da due anni un silenzioso esperimento, strabiliante e di per sè rivoluzionario. I detenuti possono lavorare coltivando piante in serra. Ma non si tratta di un modo per tenerli occupati senza costrutto. I frutti di questo lavoro vengono venduti al pubblico nel negozio a Milano, tramite uno stand presente alle mostre-mercato oppure online, sul sito della Cooperativa Bollate, all’indirizzo www.cascinabollate.org che riporta, pianta per pianta, l’intero catalogo. Ma come fanno dei detenuti a lavorare “fuori”? Continua a leggere