Con questa frase lapidaria Mimma Pallavicini, giornalista del verde di lungo corso, commenta a caldo la Brexit, l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea. La notizia che ha scioccato i mercati – con una sterlina che ora viaggia in picchiata – e che è esplosa sui media increduli di un risultato dato per impossibile fino a ieri, sta maturando ripercussioni in tutti gli ambiti, anche in quello del verde. Gli inglesi, “pollici” per antonomasia, faro di civiltà nell’ambito della cultura del verde, sono da oggi extra-comunitari. Ma poco male, secondo la Pallavicini, tanto i loro giardini – dichiara serafica – sono passati di moda: fermi al periodo vittoriano, attenti solo all’estetica di specie rare e abbinamenti da designer, i giardini inglesi non rappresentano più un riferimento. “E’ tempo di guardare altrove, ai giardini tedeschi per esempio, dove si parla di sostenibilità ed ecologia”. Continua a leggere
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Ecco il giardino del futuro secondo gli inglesi del Chelsea
Un percorso in una terra aspra, che si snoda tra piante che sembrano lì da sempre, conduce ad un attraversamento che si specchia nell’acqua. Tra i fiori insoliti si incuneano grandi lastre scure, a triangolo rovesciato, quasi a guardia di questo angolo (verde?) che sembra appartenere ad un altra dimensione. E’ questo il giardino che ha vinto come “Best in Show” l’edizione di quest’anno del Chelsea Flower Show, la grande kermesse londinese organizzata dall’RHS (Royal Horticultural Society) che mette in gara giardini temporanei allestiti da paesaggisti di fama grazie a prestigiosi sponsor. La premiazione è avvenuta in questi giorni, e il vincitore di quest’anno è stato il giardino creato da Andy Sturgeon per il Telegraph. Continua a leggere