E’ nato Eternot, il parco pubblico dedicato ai morti dell’eternit: inaugurato pochi giorni fa, sorge proprio lì, sul suolo occupato dall’azienda svizzera che dal 1907 produceva i manufatti in cemento e amianto. 50 alberi dei fazzoletti, nome proprio Davidia involucrata, verranno coltivati nel parco in ricordo vivente delle lacrime che continuano ad essere versate per le migliaia di vittime (oltre 2mila e 500 fino ad oggi, nella sola cittadina). L’albero diventa così il simbolo della lotta all’amianto e dell’impegno nella cura delle malattie ad esso correlate grazie alla sua particolare fioritura, in cui i piccoli fiori sviluppano delle brattee candide che, nel pieno sviluppo, si staccano dalla pianta e cadono a terra dolcemente, dando origine ad un meraviglioso tappeto di “fazzoletti” bianchi. Continua a leggere
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Fiori e sangue: la guerra a Damasco uccide anche le rose
Il suo profumo è leggendario, ma ora si mischia con il fumo acre delle esplosioni in una città martoriata da una lunga guerra. La rosa di Damasco, coltivata nei campi e parte profonda della cultura siriana, sta accusando l’assenza delle famiglie che se ne prendevano cura. Petalo per petalo, al fine di estrarre la preziosa essenza, la rosa damascena veniva raccolta a mano all’alba. Frutto di duro lavoro, dai sacchi di delicati petali si distillano olii essenziali, cosmetici, terapeutici e acqua di rose, che in tutto il Medioriente viene utilizzata come bevanda rinfrescante, aroma per i dolci, aggiunta negli incensieri delle moschee e usata per augurare buona fortuna ai matrimoni. Ma coloro che raccoglievano le corolle adesso fuggono dalla guerra verso altri paesi: impossibile occuparsi delle rose nei campi martoriati, senza alcun riparo dalle bombe. Continua a leggere