L’Italia sta reagendo in maniera troppo lenta all’avanzata del batterio che uccide gli alberi d’ulivo in Puglia. Se gli abbattimenti non saranno tempestivi, l’Europa procederà nella procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. La decisione di questi giorni è il risultato dell’indagine degli ispettori dell’Ufficio veterinario europeo eseguita lo scorso novembre unita al vuoto di comunicazione nel corso dell’ultimo mese. Secondo quanto hanno riscontrato gli ispettori, sarebbero state verificate delle irregolarità, fra cui la presenza dell’infezione in alcune aree delle zone infette del brindisino – Oria, Torchiarolo e Cellino San Marco – dove non era stata segnalata a Bruxelles e così la lettera di messa in mora, già pronta due mesi fa e poi bloccata a seguito di qualche progresso ‘sul campo’, è partita adesso.
Quello della Commissione europea è “un campanello d’allarme”, un invito a “non abbassare la guardia” riferiscono fonti comunitarie, per ribadire all’Italia che “Il batterio non segue i tempi della giustizia amministrativa” facendo riferimento alla sequela di blocchi del Tar al piano di abbattimento degli ulivi del Commissario Silletti. Il rischio, se l’Italia non corre ai ripari, è quello di misure più severe. In una nota il Commissario ricorda che “La Puglia ha un patrimonio di 60 milioni di piante di olivo.” quindi “Il numero di 3mila piante estirpate ne rappresenta una percentuale minima”. “La verità vera è che scienziati di tutto il mondo dichiarano di essere impotenti di fronte al batterio killer, né si può sperare nei miracoli. Se non si adotta tempestivamente il tradizionale accorgimento di tagliare le piante infettate per isolare il batterio – prosegue – la Puglia e forse tutta l’Italia subiranno un danno epocale al patrimonio olivicolo”.
Nel frattempo la Francia è sotto pressione per il ceppo di Xylella che attacca le piante ornamentali: gli ultimi conteggi sono di 193 focolai in Corsica e 6 in zona Provenza-Alpi-Costa Azzurra.