Arriva lo scarabeo giapponese terrore dei prati all’inglese

Le larve, belle grosse e molto affamate, adorano l’erba dei prati. Da mangiare, preferibilmente da sotto, direttamente dalle radici. Gli adulti invece hanno preferenze floreali: amano sgranocchiare le rose ma, ahinoi, non sono troppo “fussy”… Ci sono ben altre 300 piante, tra cui alberi da frutto, specie da fiore e vigneti, che incontrano i loro gusti. Stiamo parlando dello scarabeo giapponese, nuova piaga arrivata da lontano che si sta diffondendo in Lombardia. E le graminacee sono una delle leccornie che la larva cicciosa – termine tecnico 😉 di questo coleottero, lunga buoni 3 centimetri – preferisce…

IL GRIDO DI ALLARME
A dare l’allarme
la Coldiretti lombarda, che annuncia l’avanzata della Popillia japonica, questo è il nome scientifico dello scarabeo giapponese in questione, fino alle porte di Milano, infestando ben 151 comuni, tra zone colpite e zone cuscinetto. La presenza del coleottero è stato rinvenuta per la prima volta in Italia nell’estate del 2014, nel Parco del Ticino.

IL DANNO DELLA POPILLIA
Il danno è serio ad entrambi gli stadi di crescita, da larva come da adulto. Gli adulti si nutrono di frutti, fiori e le foglie divorate assumono un tipico aspetto scheletrico. Il problema dell’infestazione può aggravarsi velocemente perché pochi esemplari, che non fanno grandi danni, ne richiamano però molti altri grazie all’emissione di feromoni da aggregazione.

Per contrastare l’avanzata del coleottero, il servizio fitosanitario regionale prosegue con il monitoraggio, le operazioni fitosanitarie e la cattura massale attraverso oltre 3mila trappole. “Purtroppo – commenta Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a una vera e propria esplosione di specie straniere che si diffondono nei nostri territori perché non hanno antagonisti naturali che invece trovano nei loro paesi d’origine”.

L’insetto viene combattuto anche tramite l’impiego di un insetticida a base di un fungo, il Metarhizium anisopliae, oppure di un ceppo specificamente selezionato di un batterio ben noto nella lotta biologica, il Bacillus thuringiensis, da distribuire nei prati colpiti.

Imbattersi nei nuovi indesiderati ospiti dei nostri giardini non è poi così difficile, soprattutto tra maggio e giugno. Basta decidere, come è accaduto a me, di togliere le infestanti da un’aiuola: tirando, le piante venivano via senza opporre la minima resistenza. E dal buco creato dalla zolla, mi osservavano 5 grosse larve color crema dalla testa marroncina, palesemente infastidite…!