Alcuni si incatenano. Altri stampano volantini. Altri ancora aprono petizioni online e raccolgono centinaia di firme. Ormai l’abbattimento di un albero in città scatena una guerra, e non solo fra amministrazioni e i cittadini. Sta accadendo in queste settimane a causa dei 300 alberi che il Comune di Firenze vuole abbattere nel mese di agosto. Ma cosa succede se il comitato “save the trees” ha la meglio, e gli alberi alla fine rimangono al loro posto, a disdetta di tutte le perizie eseguite? Qualcuno deve prendersi la responsabilità… Francesco Mati, presidente del distretto vivaistico pistoiese, chiede che siano proprio i comitati a rispondere di eventuali danni.
“Ritengo che far firmare un atto in cui il comitato si assume la responsabilità civile e penale per eventuali danni a persone o che si possano manifestare in un arco temporale di dieci anni sia dovuto. Naturalmente con una fideiussione a garanzia”, dichiara Mati in un post sul suo profilo Facebook. Il Presidente dei vivaisti toscani contesta con forza la convinzione espressa dal comitato che gli alberi candidati all’eliminazione siano piante in perfetta salute. Nella petizione online su Change.org – firmata fino ad ora da oltre 5mila persone – in effetti si parla di “300 alberi enormi verdi e sanissimi”.
“Con un certo stupore” scrive Mati, – scopro che “le piante sono sane”, dichiarazione del comitato. Esperti? Tecnici? No, cittadini. Ora vorrei fare alcune riflessioni. Quanti sanno che un’alberata stradale, che ha l’apparato radicale sviluppatosi sotto al manto dell’asfalto e delle altre infrastrutture, ha una vita “sana” decisamente inferiore a quella di una eguale alberata posta in un parco, con apparato radicale libero di accrescersi? Che dopo un’arco di vita che varia, da specie a specie, dai 30 ai 60 anni (o più), un albero non produce più benefici per l’ambiente ma oltre a costare molto di manutenzioni, di correre seri rischi di stabilità dovuti agli scavi che si sono moltiplicati negli ultimi anni portandoci la luce, il telefono, internet, il gas, la fibra, ecc., diventa un pericolo per il pubblico?”
Molti professionisti del verde sono di uguale avviso e rivendicano il proprio ruolo: che a giudicare le alberature cittadine siano persone competenti, non semplici cittadini che ragionano “di pancia”. Quando cade un albero viene subito chiamato in causa il tecnico che firma la perizia sulla sua stabilità: perché non si attribuisce la stessa responsabilità, rivendica Mati, ai comitati che impediscono gli abbattimenti?
Il Comune di Firenze abbatterà 300 alberi ma ne ripianterà 800, in base ad una programmazione per il rinnovo del verde urbano. Gli esemplari a sostituzione dei vecchi alberi saranno in maggioranza peri ornamentali con un’altezza di tre metri al momento dell’impianto, che verrà eseguito in ottobre al fine di favorire un corretto attecchimento.
Intanto lo scontro sui social continua…