Abbado è tornato alla Scala di Milano. Ma la sua gloria risplende nella città solo ad un patto. Il Comune ha dovuto impegnarsi a piantare 90mila alberi nelle vie cittadine (bel colpo, Maestro!) In realtà il Piano verde del Comune va oltre: ha previsto altri “impianti” verdi per un totale complessivo di 500mila alberi. E la cosa sta prendendo forma proprio in questo periodo per una prima trance, piante in vaso. Si aspetterà la stagione propizia, ovvero l’autunno, per piantumare alberi in zolla. E la domanda sorge spontanea: dove e in che modo sarà distribuito in città tutto questo verde? E voi, cosa pensate dell’iniziativa del Comune? Diteci la vostra! Intanto, ecco i dettagli.
Il Corriere ci aiuta a capire come verranno distribuite le piante. Prima tappa: il vialone Vittor Pisani, che collega la Stazione Centrale a Piazza della Repubblica. Si tratterà di alberi in vaso, magnolie sempreverdi, lecci e ligustri. A seguire: Corso Vittorio Emanuele, Corso Garibaldi, corso Genova e Naviglio Grande, via Dante e via Orefici (in valutazione aree centralissime come via Montenapoleone, piazzetta Reale e piazza Fontana). Poi verranno creati 10 “boschetti di benvenuto” lungo le grandi vie che collegano il centro alla periferia, ovvero: via Comasina, Moreschi, Palmanova, Cassinis, Ferrari, del Mare, Lorenteggio, Valsesia, Vigorelli, Viale Argonne. Piante in vaso per le zone commerciali come il quartiere Isola, Paolo Sarpi, Navigli, Brera e Giambellino. Ricordiamoci poi gli otto “Raggi Verdi” ciclo-pedonali individuati in previsione dell’Expo 2015.
Tutto bellissimo. Certo, saremo tutti molto felici di vivere in una Milano più bella ma soprattutto più vivibile e “amichevole” ma ci sono non poche questioni sul piatto. E sono sorte appena si è cominciato a mettere davvero in pratica il progetto. In corso Buenos Aires si è pensato di piantare aceri in zolla ma non c’è abbastanza spazio quindi si useranno vasi…
A questo punto facciamo un paio di riflessioni. In effetti pensando alle vie del centro, non è che lo spazio abbondi (sui Navigli poi!!). Peraltro già manca per le macchine. E questi vasi dovranno essere molto ampi per ospitare degli alberi. E che futuro potranno avere piante che di natura vivrebbero più di 100 anni (come le magnolie) se allevate in semplici contenitori? La manutenzione poi sarà rilevante: in vaso è fondamentale l’irrigazione, che non potrà dipendere dalla buona volontà dei commercianti. Nè da vivai che spesso vedono queste cose più come un’onere che come un’opportunità. Sarà stato previsto un impianto o una soluzione all’altezza? Se poi verranno piantati in terra, bisognerà pensare a tenerli lontani dalle zone di sosta per le macchine. Altrimenti è facile che i tronchi vengano danneggiati.
Ed è proprio quella la zona più fragile dell’albero. E’ proprio lì infatti, appena sotto la superficie della corteccia, si trovano libro e cambio. Nel libro passano tutti i vasi dove scorrono linfa ed elementi nutritivi. Al di sotto di lui, il cambio è uno strato sottilissimo (si parla di millesimi di millimetro) che ospita le uniche cellule capaci di produrre nuove fibre. Invece il “corpo” dell’albero è fatto di tessuti non vitali, che servono da riserva e da sostegno meccanico per la pianta. Se dunque lì, appena sotto la corteccia, si producono ferite, buchi o fessure (con il paraurti, con vandalismi, con chiodi) si apre la porta ad infezioni, batteri, muffe e parassiti, a volte letali per la pianta.
C’è poi da considerare come verranno piantati. Perché la pianta sia stabile deve poter affondare le radici nella terra senza essere schiacciata dal peso del marciapiede e deve esserci dello spazio intorno che consenta al terreno di operare scambi con l’aria. Se attenzioni come queste non vengono osservate, se ne mette a rischio la stabilità. Rischio aggravato da potature improvvide (comuni a Milano!) fatte nel tentativo di contenere la crescita di una chioma adulta in un contesto troppo “stretto”. In pochi anni potremmo trovarci davanti ad esemplari torturati e malandati. Gli alberi, ricordiamocelo, sono un regalo che facciamo soprattutto alle generazioni che ci seguiranno. Sta lì il loro vero valore. E qui stiamo parlando di centinaia di esemplari. Quindi: ben venga un piano verde per Milano, Abbado o non Abbado, ma che tenga conto della vita di piante e cittadini sul lungo termine. Per evitare che tutta questa voglia di verde sia solo una moda passeggera. Voi cosa ne pensate? La distribuzione delle piante prevista dal Comune vi trova concordi? La fareste diversa? Che vie pensate potrebbero essere considerate, oltre quelle già previste?
Sul Web:
Sul forum di Skyscraper City si parla nei dettagli delle aree verdi della futura Milano: http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=574612
Un libro per conoscere gli alberi di Milano
http://www.02blog.it/post/4306/libri-via-per-via-conoscere-gli-alberi-di-milano