Roberto Abbado: “L’ecopass a Milano? Roba da ricchi”

La questione di come affrontare l’inquinamento urbano è di nuovo sul piatto, come tutti gli anni. E il tam-tam comincia come sempre proprio adesso, quando sta finendo la bella stagione. E il cittadino meneghino è lì che si chiede: “Cosa si inventerà il Comune, questa volta?” Già pronto all’ennessima gabella… L’ecopass milanese infatti non gode di buona fama. Ma non è solo il cittadino a pensare che l’ecopass non è una soluzione valida al problema delle polveri sottili.

Roberto Abbado, nipote del grande Maestro (che ha al suo attivo la richiesta dei 90mila alberi al Comune, ve lo ricordate?) e a sua volta direttore d’orchestra, ha in questi giorni dichiarato che anche lui non vede un senso nella politica dell’ecopass.

“Una tassa assurda” dice, intervistato da Giuseppina Manin del Corriere Della Sera, “colpisce solo i più poveri, quelli che non possono permettersi un’auto nuova” e continua: “Pagar dazio per poter inquinare: una logica che  non funziona”. In effetti qualche dubbio viene: se entro in zona “limitata” con l’ecopass, posso inquinare il centro con il mio veicolo in barba a qualunque allarme per le polveri fini. Basta pagare dunque. E’ una visione dell’ecologia abbastanza curiosa. Abbado si spinge oltre, ipotizzando soluzioni come quella di chiudere alle auto il centro storico: la circolazione sarebbe assicurata da mezzi elettrici messi a disposizione gratuitamente, dopo aver parcheggiato le macchine in capienti parcheggi periferici.