Giugno/Luglio: “trattamento di bellezza” per le surfinie

Il periodo tra la fine del mese di giugno e il mese di luglio coincide con il “termine” naturale del primo ciclo di fioritura della surfinia o petunia ricadente. Questo perché i numerosi fiori che la pianta ha prodotto fino ad ora sono stati in gran parte fecondati, con il valido aiuto di api e altri insetti, e nelle capsule sfiorite stanno maturando i semi (che però spesso sono sterili). Questo impegno, fondamentale per la sopravvivenza della specie, richiede molte energie, che vanno quindi a scapito della fioritura. La pianta non smette di creare nuove corolle ma il ritmo rallenta. Per dare una mano alle piante che attraversano questa condizione, possiamo sottoporle ad un “trattamento di bellezza”, dedicando loro qualche ora del nostro tempo in un tranquillo weekend. 

Concentrandoci sulle nostre piante: osservandole con calma, capiremo meglio come si stanno sviluppando nel vaso e nel luogo in cui “abitano” e se ci sono problemi a cui dobbiamo porre rimedio. Dotiamoci di forbici affilate e appuntite e di un sacchetto dove gettare il verde e iniziamo dunque la nostra “seduta” di bellezza 😉

Osserviamo la pianta che abbiamo di fronte. Prima di tutto guardiamo il fogliame. Sicuramente ci saranno alcune foglioline o interi rametti completamente secchi, che partono dagli steli più grossi o direttamente dalla base. Tagliamoli via a partire da dove nascono, facendo attenzione a non ferire o rompere gli altri rami o lo stelo dove sono attaccate le foglie. Dove compaiono rotture gravi, tagliamo via la parte di ramo compromessa. Teniamo solo ciò che appare vigoroso e vivo. Analizzando le foglie, facciamo attenzione alla presenza di eventuali macchie bianche farinose, che possono indicare un attacco di oidio o mal bianco: se si tratta di poche foglie, tagliamole via subito senza scuoterle (per non diffondere le spore del fungo) e teniamo d’occhio la pianta nei giorni seguenti, isolandola dalle altre, pronti ad intervenire con un antifungineo (si trovano nei garden) se dovesse ancora manifestarsi. Facciamo poi caso al colore del fogliame, che deve essere intenso e vivido: se lo vedremo esangue e spento, verde pallido, capiremo che la pianta sta soffrendo di una carenza di ferro o clorosi, a cui dovremo sopperire con una dose di ferro chelato liquido (reperibile in vivaio). Se invece noteremo la presenza di afidi ovvero i cosiddetti “pidocchi delle piante”, che ne succhiano la linfa, dovremo far ricorso ad un insetticida apposito.

A questo punto avremo un quadro più pulito e chiaro di come sta la nostra surfinia. Se non abbiamo rilevato nessuno di questi problemi, ma la pianta risulta spoglia e “stanca” nonostante sia ben bagnata, potremo procedere con la potatura dei rami più lunghi della chioma, che taglieremo di un buon terzo (o anche due se molto spogli) della loro lunghezza. Se teniamo la pianta in un cesto sospeso cerchiamo, mentre tagliamo, di darle una bella forma arrotondata. Tagliamo via anche le capsule dei semi, direttamente dal rametto che le sostiene, ed eliminiamo con cura tutto lo sfiorito. A questo punto il più è fatto: una bella bagnata al terreno (NON alle foglie!) con del concime disciolto e un angolo un pochino riparato dal sole. Dopo un paio di settimane di pausa, rimettiamo la nostra surfinia al sole: ricomincerà a creare rami e fiori e sarà pronta per riprendere la sua copiosa fioritura fino all’arrivo dei primi freddi autunnali.